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Cronaca Stalking contro la ex moglie, finisce in carcere boscaiolo incastrato dall'indagine dei carabinieri

SANSEPOLCRO DA MARZO FINO A POCHI GIORNI FA LA DONNA AVEVA DENUNCIATO SEQUELA DI EPISODI

OLTRE A SINGOLI casi di violenza fisica, era in atto una vera e propria vessazione da parte sua, che aveva stravolto l'esistenza della donna, oramai intimorita fino all'inverosimile. Ripetute denunce da parte di quest'ultima, spiata e controllata in ogni movimento e alla fine il fermo dell'uomo, un albanese di 45 anni, S.M., residente a Sansepolcro, che svolge il mestiere di boscaiolo. Nei suoi confronti, i carabinieri della Compagnia biturgense hanno eseguito una ordinanza di arresto emessa dal Gip di Arezzo, Piergiorgio Ponticelli. Storie che non saranno frequenti, ma che cominciano purtroppo ad assumere carattere di ordinarietà. Da quando si era separato dalla compagna, la 34enne S.A., anche lei nata in Albania, l'uomo aveva dato il via a una sorta di tormentone senza fine; il primo episodio risaliva al 22 marzo, data successiva a quella della separazione fra i due: da quel momento, la giovane donna ha trascorso quasi sette mesi d'inferno, al punto tale che l'uomo era stato indagato per atti persecutori e nei suoi confronti era scattato il divieto di avvicinamento sia ex convivente che ai luoghi che frequentava o attorno ai quali gravitava. SI TRATTA della classica misura adottata in circostanze del genere, ovvero l'obbligo di rimanere lontano per un raggio di almeno 500 metri, che era garantita fra l'abitazione della donna e quella in cui si era trasferito l'uomo, pur rimanendo entrambi nella città pierfrancescana. Un provvedimento che era stato richiesto dai militari dell'Arma a conclusione delle indagini svolte a seguito di una prima querela presentata dalla 34enne lo scorso 14 giugno per reiterate condotte consistite in molestie, ingiurie, pedinamenti, percosse e minacce, delle quali era stata fatta oggetto da marzo - come ricordato - fino allo scorso 2 ottobre. Evidentemente, questa disposizione non era stata rispettata; anzi, la serie di atti aveva causato nella denunciante un motivato stato di ansia e paura, nonchè un ingenerato e fondato timore per l'incolumità sua e dei propri figli minori conviventi, rispettivamente di 13 anni e e di 10, avuti dalla relazione con il connazionale. Quale spiegazione dare a comportamenti del genere? Molto spesso all'origine di tragedie, la motivazione è di ordine culturale: il rifiuto, la separazione e soprattutto l'allontanamento dal marito o dal convivente sono mosse che non vengono tollerate. Claudio Roselli
notizia tratta da La Nazione www.lanazione.it

Inserita il : 11-10-2017 da wineuropa

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