di CRISTINA CRISCI – CITTA’ DI CASTELLO
– PIOVE mentre gli operai picchettano i
cancelli davanti ai capannoni della Nardi
spa. Alcuni lo hanno fatto ieri mattina,
altri saranno lì stamattina, dalle 8 a
mezzogiorno, come se fosse un turno di
lavoro. Scioperano a oltranza, tra la
pioggia e lo sconforto con gli ombrelli che sono l’unica nota colorata di una situazione
nera, che più nera non si può. Il nuovo corso della Nardi, dopo la cessione ad una
finanziaria inglese, è iniziato così, con questo piccolo esercito di operai (un centinaio) in
sciopero molti dei quali hanno passato il Natale con 500 euro in tasca. UNA VENTINA di
loro, forse, scivolerà verso la pensione, gli altri sono tutti tra i 40 e i 50 anni, alcuni più
giovani, con famiglie e figli a casa, il mutuo da pagare. Lorenzo Polcri, lavora in azienda da
20 anni e dice: «Si è creata una situazione durissima: il disagio sociale seguito al ritardo del
pagamento dei nostri stipendi è molto pesante soprattutto per alcuni di noi, che hanno
famiglie monoreddito. Eppure in passato _ ricorda _ questa azienda era come una grande
famiglia: era un piacere venire a lavorare». Gli fa eco il collega Maurizio Pescari, 20 anni di
anzianità: «Ci sono alcuni di noi che devono prendere il saldo dei rimborsi di settembre,
poi ottobre, a novembre solo l’acconto quindi la tredicesima. Il 10 gennaio era giorno di
paga, ma per noi niente: che fine farà l’azienda? Che fine faremo noi?». Tra di loro davanti
ai cancelli Enzo Tosti (lavora alla Nardi dal 1978) e dice: «Una situazione così non si era mai
vista. Fino al 1985 l’azienda era in crescita, poi sempre meno fino alla discesa totale di
oggi». Al fianco degli operai anche Maurizio Maurizi della Fiom Cgil, Adolfo Pierotti (FimCisl)
e Fabrizio Fratini segretario della Fp nazionale, che ribadisce «il sostegno alla lotta di
questi lavoratori da parte di tutto il sistema (amministrazioni comunali, istituzioni, forze
politiche, associazioni) affinché venga mantenuto questo sito produttivo fondamentale
per il territorio». A MANIFESTARE solidarietà Attilio Solinas consigliere regionale di Liberi e
Uguali che ha incontrato i lavoratori e ha promesso di attivarsi subito al Ministero del
Lavoro. Solinas lancia una proposta: «Istituzioni e mondo imprenditoriale devono
prendere in considerazione e sostenere l’ipotesi di acquisizione dell’azienda da parte dei
lavoratori, magari in forma cooperativistica».
notizia tratta da La Nazione www.lanazione.it
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