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Sansepolcro Il turismo batte la fiacca: nel 2011 calo del 12%

di MICHELE CASINI
  
ERANO PRATICAMENTE tutte rappresentate le istituzioni valtiberine e aretine così come le realtà dell'economia a Palazzo delle Laudi, sede del Comune di Sansepolcro dove lunedì scorso, su iniziativa del presidente della commissione comunale attività produttive Marcello Brizzi, si è riunito per una sua seconda riunione l' "Osservatorio economico": nell'aula consiliare si sono così incontrati il presidente della Camera di Commercio di Arezzo Giovanni Tricca, giunto assieme al responsabile dell'Ufficio studi dell'ente camerale aretino, dott.
Domenico Asprella, l'assessore provinciale aretino alla formazione, lavoro e pari opportunità Carla Borghesi, assieme a esponenti delle categorie e degli enti locali. Lo scopo era quello di analizzare la situazione economico-produttiva valtiberina da tutte le ottiche possibili, stabilendo anche un calendario di priorità per la scaletta degli appuntamenti successivi. Al centro di tutto c'era la relazione del dott. Asprella, basata sui dati relativi all'economia del territorio di Arezzo e provincia, con un focus mirato sulla realtà della Valtiberina Toscana. Ecco dunque il ritratto del sistema imprenditoriale del comprensorio: le imprese sono mediamente di piccole dimensioni (le imprese fino a 9 addetti costituiscono circa il 95% del totale delle aziende) e occupano oltre 10.300 addetti, l'8,2% del totale provinciale. Un peso dunque relativo nella dinamica economica aretina, così com'è limitato il numero di abitanti della Valtiberina (poco sopra i 31mila residenti). Dal punto di vista della natura giuridica il 63% circa delle imprese sono di tipo individuale, seguita da un 19% di imprese di persone, da un 15% di imprese di capitale e per finire un 3% di altre forme. Significativa la presenza di aziende artigiane (955) che costituiscono l'8,4% del totale provinciale e sono concentrate prevalentemente nelle costruzioni (38%) e nel manifatturiero (28%). Negli ultimi anni - ha sottolineato Arcella - c'è stato un sensibile peggioramento sul fronte della rischiosità del credito, testimoniata dal fatto che dal 2007 al 2011 il livello delle sofferenze è quasi quadruplicato. Aumenta anche l'entità della sofferenza imputabile al singolo affidato: si allarga perciò la distanza fra Arezzo e la Valtiberina da un lato e la Toscana e l'Italia dall'altro nell'incidenza delle sofferenze sugli impieghi (nel 2011 questo divario ha raggiunto i 3-4 punti percentuali). Una fotografia non certo ottimistica, perciò, con un addentellato molto preciso sul turismo: in Valtiberina la crescita nel corso degli anni 2000 è stata più discontinua rispetto a quanto visto a livello provinciale, in particolare nell'anno 2004. In compenso negli anni 2008 e 2009 la crisi si è fatta sentire con minor intensità. I dati aggiornati a novembre 2011 mostrano una flessione marcata del 12% nel numero di turisti soggiornanti in provincia e del 9,3% dei relativi pernottamenti. Il risultato è determinato dalla forte frenata dei turisti italiani (-15% arrivi e -13% pernottamenti), mentre meno marcata è stata la contrazione degli stranieri (-1,3% arrivi, -0,7% pernottamenti). Sono penalizzati in particolare gli alberghi (-14% arrivi e -11,9% pernottamenti) e in misura minore le strutture extra-alberghiere (-6,2% arrivi, -5,3% pernottamenti). La capacità ricettiva della Valtiberina è costituita da oltre 130 strutture per oltre 1.200 camere e 2.800 posti letto. Resta da vedere quanto la crisi attuale modificherà da quest'anno in avanti la tendenza del turismo in questa vallata.
notizie tratte da La Nazione

Inserita il : 04-04-2012 da wineuropa

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