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Attualità Il sacerdote originario di Sansepolcro tiene i contatti con la sua terra attraverso Facebook. Annullato il pellegrinaggio dalla Valtiberina previsto per la prossima settimana

Don Mario Cornioli dal Patriarcato Latino di Gerusalemme: 'Fate qualcosa per fermare il massacro sulla Striscia di Gaza!'

Basta sfogliare un qualsiasi quotidiano nazionale oppure seguire i vari telegiornali per capire quanto sia complicata la situazione in Medio Oriente. La tregua pare essere solamente un miraggio. Proprio in quelle zone, esattamente al Patriarcato Latino di Gerusalemme, opera oramai da tempo Don Mario Cornioli (nella foto mentre suona la chitarra), un parroco missionario di Sansepolcro che proprio in questi giorni si trova nelle zone quotidianamente interessate da raid nemici e colpite da missili. Un prete "tecnologico" in grado di tenere tutti informati tramite lo strumento più efficace: Facebook. Molte sono le persone della Valtiberina che si tengono aggiornate seguendo i suoi post e osservando le fotografie scattate in quelle zone, oppure tramite il suo blog personale. "Ieri (domenica 18 novembre ndr) è stata una giornata molto intensa, iniziata la notte quando alle 3.00 sono andato a prendere all'aeroporto di Tel Aviv il parroco di Gaza, Abuna George ? scrive Don Mario Cornioli - che è arrivato con il volto triste per le notizie che i suoi parrocchiani gli avevano mandato in Argentina. Arrivati ad Eretz alle 8.30 abbiamo trovato le strade bloccate un paio di chilometri prima; dopo alcune telefonate con i nostri amici israeliani di Eretz, ci hanno promesso che alle 9.30 sarebbe venuto qualcuno a prenderci. E così è stato. Mentre eravamo in attesa di entrare, però, diversi F16 sono passati sopra di noi sganciando diversi missili e così abbiamo subito pensato alla morte che questi missili avrebbero seminato poiché, a Gaza non ci sono sirene che ti avvertono come in Israele. Durante il lancio dei razzi dall'altra parte, mi ha colpito molto la serenità dei tassisti così come mi ha colpito molto la tranquillità dei soldati del check point di Eretz con i quali abbiamo trascorso diverso tempo in attesa di Abuna Pablo che stava uscendo con un convoglio Onu insieme ad altri cooperanti italiani e a 3 focolarini bloccati sulla Striscia da mercoledì scorso. Al suo arrivo ? continua il sacerdote biturgense -  era molto scosso per le nottate di inferno passate. Mi ha raccontato a fatica di come proprio l'ultima notte abbia pensato che non sarebbe uscito vivo da questo inferno, di come ha pianto nel buio della notte circondato da continui e incessanti bombardamenti. Quello che sta succedendo è un genocidio fisico che ancora molti non vogliono vedere ma che non resterà impunito (almeno da Dio). C'è una totale disinformazione su quanto sta accadendo e mi sono convinto anch'io che non importa chi ha iniziato prima o dopo, anche se per amore della verità sin da agosto Israele ha bombardato la striscia in modo più o meno continuo. Ora è fondamentale dire "basta"!!! Basta con questo massacro fisico e psicologico che deve terminare al più presto e che sta creando seri problemi ai bambini che restano vivi. La sorellina di Giries di 9 anni, per esempio, ha avuto diverse crisi epilettiche per la paura a causa dei continui bombardamenti e mi racconta Abuna Pablo che tutti i genitori sono preoccupatissimi per i loro figli e per le conseguenze psicologiche che subiranno. In queste notti nelle quali anch'io faccio fatica a dormire, mi tornano in mente e nel cuore le immagini degli occhi dei bambini di Gaza che ho visto durante gli anni in cui facevo "avanti e indietro" con la Striscia. Occhi terrorizzati che mi imploravano di fare qualcosa. È per questo che non posso tacere e restare in silenzio: sarei complice del silenzio di tanti. È incredibile come non ci sia nessuna pietà e nemmeno un po' di umanità da parte del mondo ma, a maggior ragione, da parte di un popolo che certe cose le ha subite e le conosce bene: essere bombardati tutta la notte vuol dire vivere il terrore di poter morire in ogni istante. Sfido chiunque di voi a vivere in questo modo". Una testimonianza vera, poiché nessuno - meglio di chi vive in prima persona la vicenda - sa raccontare quello che accade. Abuna Mario (cosi chiamano Don Mario Cornioli in Palestina), oltre che sacerdote è da sempre una persona molto sensibile che torna spesso nella sua terra d'origine e nella sua Sansepolcro. "Chi può fare qualcosa per fermare questo massacro lo faccia subito", conclude Don Mario in maniera molto accorata.

Molte sono le persone della Valtiberina che negli ultimi anni si recano in visita nelle zone della Terra Santa, grazie anche alla presenza di Don Mario Cornioli presso il Patriarcato Latino di Gerusalemme. La Banca di Credito Cooperativo di Anghiari e Stia aveva organizzato un viaggio da tempo proprio a Gerusalemme con partenza lunedì prossimo, 26 novembre. Erano circa 20 le persone che si erano iscritte per visitare questo territorio ricco di storia. Alcuni giorni fa, però, il pellegrinaggio è stato annullato proprio per motivi di sicurezza legati alle ultime vicende avvenute nella striscia di Gaza. Il bilancio delle vittime si aggrava di giorno in giorno e secondo le ultime fonti mediche nel giro di otto giorni sono state quasi 150 le vittime del violento conflitto.

 


(notizia tratta da www.saturnonotizie.it)

Inserita il : 22-11-2012 da wineuropa

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