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Cronaca SANSEPOLCRO NONOSTANTE I PROGRESSI I DATI CONTINUANO AD ALLARMARE

Malattia del secolo, l'emergenza continua Percentuale in calo ma ancora preoccupante

di CLAUDIO ROSELLI - PUR ESSENDO conosciuto per l'ottima qualita' della vita, quello della Valtiberina Toscana continua a rimanere un comprensorio caratterizzato anche da una percentuale abbastanza elevata di tumori allo stomaco, che in Italia e' il quarto "big killer"; o comunque, si tratta di una percentuale superiore alla media regionale. La situazione attuale e' in sensibile miglioramento rispetto agli anni '80, quando i tassi di incidenza facevano concorrenza a quelli del Giappone, che erano a loro volta i piu' alti su scala mondiale, ma se nelle altre parti d'Italia questa patologia sta quasi scomparendo, nelle zone dell'Appennino fra Toscana, Romagna, Marche e Umbria il "peso" rimane sostenuto (oltre il 50% rispetto ai dati delle regioni circostanti), anche se in valore assoluto e' calato, come scesa e' anche la mortalita'. Sul banco degli imputati, l'alimentazione e gli stili di vita: il riferimento e' in particolare al consumo eccessivo di salumi e ai relativi conservanti, sui quali sarebbero stati rilevati alti tassi di nitrati, poi vi sono anche fattori genetici e ambientali, che comunque hanno un peso minore. Alquanto bassa e' la probabilita' che questo tumore colpisca soggetti sotto i 40 anni di eta' e circa il 65% dei malati (quindi 2 su 3) ha piu' di 65 anni. La prevenzione diviene dunque fondamentale, sia nel regime alimentare da adottare, sia nella regolarita' dei controlli ai quali sottoporsi. "La prevenzione - spiega il dottor Enrico Desideri, al momento commissario unico della Asl di area vasta che riunisce le province di Arezzo, Siena e Grosseto - e' il tema dei temi; siamo ancora indietro per cio' che riguarda quella individuale, vedi obesita' infantile e stili di vita". Perche' in Valtiberina, comprensorio dell'Aretino con il piu' elevato indice di anzianita' sulla popolazione, l'incidenza dei tumori allo stomaco continua a rimanere sempre sostenuta? "E' il risultato della mancata prevenzione di 30 anni fa e la Valtiberina, almeno in Toscana, non e' sola, perche' anche il Casentino e la Versilia sono zone omologhe sotto questo profilo. C'e' un mix di esposizione ai fattori di rischio, che sono sostanzialmente un paio: il consumo di alcol e quello di alimenti eccessivamente salati, vedi in particolare gli insaccati. Poi c'e' anche una componente genetica: in queste aree, maggiore e' la predisposizione. L'epigenetica mette insieme i vari fattori, che creano un eccesso di malattia. Comunque sia, si e' ridotta moltissimo la mortalita' per effetto di due risultati: abbiamo una chirurgia oncologica e una oncologia medica ad Arezzo che sono riconosciute fra le migliori d'Italia in senso assoluto. Lo dicono i dati e il Piano Nazionale Esiti. Il secondo elemento e' costituito dagli screening: la ricerca del sangue occulto nelle feci e' l'elemento determinante per la diagnosi precoce. Il tumore nel tratto gastroenterico diagnosticato per tempo non conduce alla morte: si guarisce con una piccola operazione e una degenza limitata a 3-4 giorni". Claudio Roselli

Notizie tratte da La Nazione

Inserita il : 21-08-2015 da wineuropa

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