IN DIECI ANNI, dal 2005 al 2015, la produzione di tabacco si è dimezzata scendendo dalle 400mila alle 200mila tonnellate: e per questo è scattata una manovra salva tabacco che possa innalzare anche l'immagine di questa coltura. I produttori e i trasformatori di tabacco hanno costituito un organismo interprofessionale europeo a tutela degli interessi della filiera. La decisione è stata presa all'unanimità dal comitato esecutivo di Unitab (Unione tabacchicoltori) riunitosi a Parigi.
A RAPPRESENTARE l'Italia in questo incontro, l'umbro Oriano Gioglio e Gennaro Masiello, presidenti rispettivamente di Unitab Italia e Ont (Organizzazione nazionale del tabacco). «Il nostro primo intento - ha spiegato Gioglio - è quello di regolamentare la produzione e il mercato e monitorare i costi di produzione. Questa sinergia ci permetterà anche di conoscere meglio gli orientamenti futuri e gli scenari internazionali». Tra i vari obiettivi che si sono posti i promotori della nuova organizzazione c'è anche quello di porre maggiore attenzione alle nuove sensibilità dei consumatori e dell'opinione pubblica sull'impatto della fase della produzione agricola, da un punto di vista ambientale e della tutela del paesaggio, sull'impatto negli aspetti della salute fino alla gestione dei residui dei prodotti da fumo. «Vogliamo tutelare l'immagine del tabacco - ha aggiunto ancora Gioglio - combattere la produzione illecita e fermare così il disimpegno delle grandi manifatture e l'esodo della produzione dall'Europa». A conclusione della riunione, i segretari di Unitab, Francois Vedel, e di Fetratab, Carlo Sacchetto, si sono impegnati a redigere il nuovo statuto, secondo le osservazioni emerse, così da poter procedere entro giugno alla stipula dell'atto costitutivo. «La Commissione europea - ha concluso Gioglio - sta ponendo molta attenzione alla questione così come il Copa-Cogeca e tutto il Gruppo di dialogo civile tabacco dell'Unione europea. La decisione di istituire un organismo interprofessionale è stata subito ben accolta dai tabacchicoltori ma anche dalle manifatture».
notizie tratte da La Nazione www.lanazione.it