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Altre di Cronaca La tragica aggressione iniziata in auto e poi conclusa all'esterno

Katia ha cercato invano di difendersi..Unghia spezzata: ferito l'assassino

di FABRIZIO PALADINO    
- SANSEPOLCRO -  
MENTRE l'assassino la picchiava selvaggiamente lei, Katia Dell'Omarino, ha tentato di difendersi finendo per ferire chi l'ha poi uccisa. Dai primi accertamenti sul corpo senza vita ritrovato la mattina del 12 luglio ai margini del torrente Afra, infatti, gli investigatori hanno subito notato che la giovane aveva un'unghia della mano destra completamente spezzata (le altre, come sempre, erano molto curate), segno evidente che, durante la colluttazione, la quarantenne di Sansepolcro era riuscita a raggiungere l'uomo con la quale si era appartata. Quest'ultimo, quindi, almeno nei primi giorni successivi all'omicidio, doveva avere ben evidente addosso i segni del tentativo di reazione di Katia. Una violenza inaudita da parte dell'assassino, che deve inizialmente averla colpita con forza sulla fronte, facendole perdere subito una notevole quantità di sangue. L'aggressione potrebbe essere iniziata in auto per poi concludersi proprio sul greto del torrente, quando la biturgense è stata finita con alcuni colpi alla testa grazie all'utilizzo di un oggetto ancora da identificare. Mentre anche l'ultima pista sul fronte umbro che gli investigatori avevano individuato - pure con un certo ottimismo - è destinata a concludersi con un nulla di fatto, ecco che emerge un'altra ricostruzione della serata trascorsa da Katia alla ricerca disperata di denaro.
DOPO IL DOPPIO tentativo di furto a Lama prima in chiesa, poi sull'auto del parroco, la quarantenne viene controllata dai carabinieri e poi, poco prima della mezzanotte, torna verso Sansepolcro. In questo tragitto incontra l'assassino: dal suo cellulare - come confermano i tabulati - partono numerose telefonate a vari conoscenti. Nessuno di questi le risponde. Sfilati tutti in caserma nei giorni successivi, hanno affermato di non averla nè sentita e nè tanto meno incontrata la notte dell'omicidio. Un altro particolare: c'è una persona - residente a Sansepolcro - che il giorno successivo al delitto la chiama con insistenza al cellulare; trova sempre spento (l'assassino, come è noto, lo ha fatto sparire) e ai carabinieri dice che non sapeva nulla di quanto accaduto poco prima. Monitorata a dovere la sua posizione, anche quest'ultimo pare estraneo ai fatti. Prende dunque corpo con insistenza, anche alla luce degli ultimi sviluppi del caso, l'ipotesi che quella maledetta sera Katia abbia incontrato casualmente chi l'ha poi uccisa.
notizie tratte da La Nazione www.lanazione.it

Inserita il : 26-08-2016 da wineuropa

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