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Cronaca Arezzo, preso dai carabinieri un uomo di 24 anni. Incastrato dal dna

Siete bravi, vi stavo aspettando Arrestato per l'omicidio di Katia

Salvatore Mannino
AREZZO
AI CARABINIERI che all'alba lo attendevano sotto casa ha mormorato solo: «Vi aspettavo». Troppo grosso da sopportare il peso che da due mesi Piter Polverini, 24 anni appena, si teneva sulla coscienza: aver massacrato a martellate Katia Dell'Omarino, la quarantenne di Sansepolcro ritrovata la mattina del 12 luglio sul greto del torrente Afra, in un angolo che la gente del posto chiama il Ponte del Diavolo. Qualche convenevole, i complimenti ai carabinieri («Lo sapevo che siete bravi, mi immaginavo che mi avreste trovato») e poi Piter, di San Giustino Umbro dove è stato preso, ma con un impiego ad Arezzo in un'agenzia di scommesse, ha vuotato il sacco, un po' ancora dentro casa, un po' all'arrivo al comando provinciale dell'Arma.

PECCATO che tutto quello che ha raccontato per il codice non valga. Perchè quando è arrivato il Pm Julia Maggiore, i suoi avvocati Roberta Blasi e Mario Cherubini gli hanno consigliato di avvalersi della facoltà di non rispondere. Ma contro il giovane resta la prova regina, quella del Dna che lo incastra. E lo inchioda anche l'indicazione che di buon mattino ha dato ai carabinieri su dove aveva gettato il martello del delitto: un cespuglio vicino a casa, in cui infatti l'arma è stata ritrovata. Il resto è rimandato all'interrogatorio di garanzia del Gip Anna Maria Lo Prete che ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare: probabilmente lunedì. In apparenza, il mandato di arresto è blindato: il Dna che i medici legali avevano estratto dal cadavere, residuo di un rapporto sessuale e della lotta disperata di Katia, che ha graffiato con le unghie l'aggressore, combacia con quello di Piter Polverini. E poi c'è la testimonianza del titolare del bar in cui lei agganciò lui la notte del delitto, altri che hanno visto la donna salire sull'auto del ragazzo, le telecamere che hanno ripreso la vettura appartenente al padre di Piter, una Nissan X-Trail.

LUI ha raccontato che ha perso la testa quando Katia, una vita borderline, gli ha chiesto più soldi di quanto concordato per la prestazione sessuale e poi lo ha anche preso in giro. Allora ha preso il martello che il padre teneva in macchina e ha menato colpi alla cieca. Dentro la Nissan, dalla quale il corpo è stato poi trascinato fuori, intorno all'1,30. Quindi la fuga nella notte e due mesi con un segreto terribile. Ma questo per la legge non è ancora una confessione. Arriverà nei prossimi giorni?
notizie tratte da La Nazione www.lanazione.it

 

Inserita il : 17-09-2016 da wineuropa

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