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Cronaca Il sangiustinese decide di non imboccare la strada della confessione

Delitto di Katia, Piter fa scena muta. I suoi legali: E' provato e confuso

MUTO davanti al Gip. Non parla Piter Polverini, arrestato venerdì scorso all'alba per l'omicidio di Katia. Si avvale della facoltà di non rispondere e non prende la strada della confessione nonostante avesse indicato ai carabinieri dove si trovava l'arma dell'omicidio, quel martello che puntualmente è stato ritrovato. Si chiude dunque con un nulla di fatto l'interrogatorio di garanzia in carcere condotto dal Gip Annamaria Lo Prete, presenti gli avvocati di Piter, Mario Cherubini e Roberta Blasi. Saranno proprio loro, all'uscita dalla casa circondariale, a informare sull'esito dell'interrogatorio. «È molto provato - hanno detto gli avvocati - si trova in uno stato di profonda sofferenza psicologica, è confuso e non se la sente di parlare». Forse lo farà successivamente, tenendo presente che più la confessione tarda e meno valore avrà ai fini processuali.
MA QUESTO è al momento lo stato dell'arte, mentre gli inqurienti non hanno ancora smesso di lavorare. E la procura, nei prossimi giorni, potrebbe contestare al ventiquattrenne di San Giustino anche l'aggravante della crudeltà, insieme a quella dei futili motivi al momento impossibile da definire vista la mancanza di dichiarazioni da parte di Polverini. Quelle rese ai carabinieri subito dopo l'arresto non hanno infatti valore ai fini del processo.
Resta naturalmente la pistola fumante del ritrovamento del martello: come avrebbe potuto sapere Piter dove si trovava se non fosse stato lui stesso a gettarlo via in quel preciso punto? E comunque l'avanzatissima tecnologia forense potrebbe rilevare di rilevare eventuali tracce di sangue rimaste sul martello stesso e sulla Nissan XTrail del padre di Piter, senza contare l'esame positivo del Dna. Due sono state le analisi di laboratorio sui campioni prelevati dal corpo della vittima: il primo ad ampio spettro con verdetto di somiglianza, il secondo più stringente che ha provato l'identità fra i codici genetici. Il materiale probatorio si arricchisce poi del filmato della telecamera del museo di Aboca che a mezzanotte e otto minuti ha immortalato l'auto di Polverini, nonché della testimonianza del barista che ha visto quella notte andare via insieme Katia e il ragazzo.
Salvatore Mannino
Sergio Rossi
notizie tratte da La Nazione www.lanazione.it

Inserita il : 20-09-2016 da wineuropa

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