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Altre di Cronaca LA sentenza: dovra' risarcire 20mila euro

Utilizzava indebitamente i veicoli Dipendente Anas finisce nei guai

DOVRÀ RISARCIRE l'Anas con una somma di quasi 20mila euro, 19785,49 per l'esattezza: così ha stabilito la Sezione Giurisdizionale per la Toscana della Corte dei Conti nei confronti di un 62enne, D.R., originario della Basilicata ma residente a Sansepolcro, accusato di aver adoperato «per fini prettamente personali» i mezzi meccanici di cui aveva la disponibilità in quanto dipendente dell'ente delle strade. Tutto era partito da un esposto anonimo, datato 28 maggio 2012, nel quale si ipotizzava appunto l'uso a fini personali di questi veicoli di proprietà pubblica, specificando anche il motivo: lavori edili in un'abitazione privata riconducibile all'uomo. A quel punto, scattava l'indagine dalla quale emergeva che la segnalazione inviata non era priva di fondamento e la Guardia di Finanza, con relazione del 5 giugno 2014, rendeva conto di sommarie acquisizioni verbali e documentali sul danno erariale arrecato dal comportamento dell'operaio. Alla luce di queste considerazioni, la cifra di quasi 20mila euro è il risultato della somma di tre distinte poste: 1557,49 euro per l'illecito utilizzo di carburante, 600 per le spese di manutenzione deli veicoli e 17628 legati al rapporto di lavoro, stipendi indebitamente percepiti dalla persona sulla quale pende l'accusa di reato.
LA VICENDA ha interessato anche l'autorità giudiziaria penale, la cui azione risulterebbe al momento nella fase di udienza preliminare. Le accuse di peculato conseguirebbero all'uso, nell'arco temporale 2005-2012, di mezzi tecnici dell'Anas per fini privati, con costi di esercizio che il giudice contabile dovrebbe recuperare a titolo di danno erariale in uno al cosiddetto «danno da disservizio», pari ai compensi da lavoro percepiti durante la presenza nel proprio cantiere privato. La quantificazione del danno arrecato si baserebbe però su criteri poco attendibili e presunti quali, per esempio, la presenza in cantiere per tutto l'arco temporale in contestazione, per un'ora al giorno per 20 giorni al mese, oppure la distanza chilometrica che sarebbe stata percorsa a fini privati ogni giorno. La difesa, rappresentata dagli avvocati Francesca Mercati e Tiziana Citernesi, ha sottolineato come dalla documentazione della Finanza i lavori sarebbero stati ultimati almeno dal 26 ottobre 2011 e che la figlia risiede in quella casa dall'aprile del 2008. Sempre la difesa ha ribadito che, alla luce delle fatture depositate, ditte esterne sarebbero state incaricate dei lavori di costruzione della abitazione nell'arco temporale 2005-2006. Rimane però in piedi l'uso fatto dall'uomo dei mezzi Anas per recarsi al cantiere dal maggio 2007 al maggio 2012 e quindi i costi per l'ente.
notizie tratte da La Nazione www.lanazione.it

Inserita il : 03-10-2016 da wineuropa

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