NON VERRÀ più ripristinato l'ufficio del Giudice di Pace a Sansepolcro e il presidente dell'Unione dei Comuni della Valtiberina, Alberto Santucci, si prende tutte le «responsabilità» del caso. «Facciamo già i salti mortali per pagare gli stipendi ai nostri operai forestali - afferma - e spendere intorno a 80mila euro all'anno per l'ufficio del Giudice di Pace è un lusso che non possiamo proprio permetterci». Il Partito democratico di Sansepolcro, che ricorda l'impegno dell'amministrazione anche nella formazione del personale, esprime il proprio dispiacere, anche se precisa: «Il Comune non è in grado di fornire una sola unità di personale, poi però il sindaco Mauro Cornioli ne assume due alle sue esclusive e dirette dipendenze. Sarebbe bastato un altro dipendente del Comune di Anghiari per far funzionare l'ufficio. Il costo di una unità di personale è già previsto a bilancio e quindi è soltanto una questione di volontà politico-amministrativa. Così facendo, si impoverisce e si isola ancora di più il territorio».
MA SANTUCCI risponde al Pd: «La rinuncia al Giudice di Pace l'ho proposta io in giunta esecutiva, la reputo opportuna e me ne assumo la piena responsabilità politica, sebbene vi siano anche oggettive ragioni di sopravvenuta indisponibilità del personale formato ad hoc». La vicenda era stata portata avanti soprattutto dagli allora sindaci di Anghiari, Riccardo La Ferla e di Sansepolcro, Daniela Frullani; gli altri Comuni diedero un'adesione di massima, senza però assumersi alcun impegno di spesa prima di conoscere l'importo effettivo dei costi a carico.
«I 4 Comuni più piccoli, in quella sede - ricorda Santucci - non vollero certo mortificare l'entusiasmo dei due sindaci capofila, ma precisarono che semmai avrebbero potuto partecipare alla sostenibilità del progetto con somme veramente minime. Fa riflettere anche il fatto che alcuni illustri avvocati della nostra vallata ritengano che (per tutta una serie di motivi) il ripristino di questo costoso servizio a Sansepolcro non solo non sarebbe così utile, ma potrebbe addirittura rivelarsi «un disservizio sia per l'utenza che per gli avvocati visto che da tempo gli uffici giudiziari sono tutti concentrati in un unico palazzo ad Arezzo».
C.R.
notizie tratte da La Nazione www.lanazione.it