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Altre di Cronaca L'odissea di un pendolare non vedente

Da Pretola a Castello. Viaggio-incubo di 4 ore

- CITTA' DI CASTELLO -
MENTRE le istituzioni polemizzano sull'effettiva esistenza di un bando per i lavori necessari sulla tratta altotiberina della ex Fcu, lungo i binari cresce una parallela questione sociale. Le rotaie tra Città di Castello e Umbertide sono ferme da oltre un anno e altre problematiche sorte in alcune zone dopo il terremoto, stanno creando tanti disagi ad un disabile pendolare che raggiunge il capoluogo tifernate per andare a lavorare. Lui si chiama Giuseppe Nanti, è non vedente e, dal 1982, tutti i giorni, «con sacrificio orgoglio e dignità», viaggia in modo autonomo, usufruendo del servizio di trasporto pubblico per andare al lavoro percorrendo la tratta che va da Pretola a Città di Castello - la Fornace. La scorsa settimana si è trovato a compiere 4 ore di viaggio in un giorno tra treni, pullman e automobile per andare e tornare (52 chilometri di distanza).
A RACCONTARE la storia è lui stesso che, al colmo dell'indignazione, si chiede come sia possibile tutto ciò. Giuseppe è un fisioterapista al servizio di riabilitazione della Usl 1 a Città di Castello e per arrivarci, tutte le mattina parte alle 6,15 da Pretola, il treno poi si ferma a Umbertide dove lui sale nell'autobus (a causa della tratta chiusa) per arrivare fino al capoluogo tifernate. «Il lunedì, mercoledì e venerdì alle ore 14,10 per tornare a casa vado alla stazione tifernate - racconta - prendo il pullman e scendo a Umbertide dove, fino a poco tempo fa, salivo sul treno delle ore 14,50, ma di punto in bianco e senza preavviso questa corsa, per me importante, è stata tagliata. Da allora - racconta - al posto del treno hanno istituito l'autobus che parte da Umbertide in direzione Pretola. Tutto bene fino al terremoto quando è stato chiuso un ponte lungo la strada, l'autobus non può passare e io mi sono ritrovato escluso dalla tratta». Completamente tagliato fuori dall'ultimo pezzo di strada per tornare a casa sua, Giuseppe decide di segnalare il disservizio al dirigente responsabile di Umbria Mobilità, spiegando la situazione: «Così l'azienda il primo giorno ha mandato un macchinista con l'auto a prendermi a Umbertide per accompagnarmi a casa a Pretola. Lo scorso lunedì 14 novembre ho richiamato ancora il dirigente - racconta Nanti - spiegando il solito problema e mi era stato garantito che mi sarebbero venuti a prendere, ma non si è visto nessuno. Sono stato ad aspettare, ho nuovamente sollecitato una soluzione e alla fine sono arrivato a casa alle 16,20 (ero partito alle 14,10 da Città di Castello). Per tornare ci ho messo 2 ore e 10 minuti, quanto per andare a Roma...».
Cristina Crisci
notizie tratte da La Nazione www.lanazione.it

Inserita il : 22-11-2016 da wineuropa

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