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Internet & Dintorni Nessuno sfruttamento di dati e metadati senza consenso degli utenti per i servizi di comunicazione elettronica: questo ha chiesto la Commissione europea agli Stati membri

La Commissione europea chiede norme piu' severe per la privacy a Gmail, WhatsApp e Facebook

Le azioni intraprese dai singoli paesi europei in tema di privacy online negli ultimi mesi non erano che il preludio a una più strutturata strategia che chiede norme più severe per proteggere la riservatezza dei cittadini. E non le chiede solo agli operatori di telecomunicazioni tradizionali, ma anche ai fornitori di servizi di comunicazione elettronica e quindi WhatsApp, Facebook Messenger, Skype, Gmail, iMessage, Viber.

Le conversazioni devono restare private, spiega la proposta che sostiene un rafforzamento delle norme già previste nella direttiva ePrivacy: "La legislazione europea sulla protezione dei dati adottata lo scorso anno fissa standard elevati a beneficio dei cittadini e delle imprese dell'Unione Europea. Oggi esponiamo ciò che definisce la nostra strategia per facilitare gli scambi internazionali di dati nell'economia digitale globale e promuovere standard di alta protezione in tutto il mondo", ha detto Věra Jourová, commissaria europea per la Giustizia, Tutela dei consumatori e Uguaglianza di genere.

Ciò che richiede la Commissione europea è che la privacy venga garantita sia per i contenuti che per i metadati derivanti da comunicazioni elettroniche (vedi per esempio luogo della chiamata e durata). Tolti gli scopi di fatturazione, si propone di rendere anonime o cancellare le informazioni se gli utenti non hanno dato il loro consenso. Una stretta che farà storcere il naso ai servizi che usano quei dati per strutturare l'offerta pubblicitaria ai propri utenti.

La proposta, che la Commissione chiede di essere approvata dai membri entro il maggio del 2018, conta anche una più agile gestione dei cookie, con una razionalizzazione delle richieste di consenso. Sparirebbero dai siti non intrusivi della privacy e da servizi che puntano a migliorare l'esperienza utente (vedi la cronologia del carrello acquisti).

In tema di guerra allo spam, gli Stati membri potrebbero optare per una soluzione che desse ai cittadini la possibilità di opporsi alla ricezione di chiamate di marketing, iscrivendo i numeri in una lista di "persone da non chiamare". Chi chiama per scopi commerciali non dovrà nascondere il numero e anzi avere un prefisso riconoscibili dedicato.

Per addolcire la pillola, la proposta parla anche di nuove opportunità di business: chi ha ottenuto il consenso dei propri utenti, spiega, potrebbe per esempio organizzare i dati ottenuti per fornire servizi aggiuntivi. Come esempio, riporta la possibilità di fornire mappe di presenza che aiutino le autorità pubbliche e i servizi di trasporto nello sviluppo di progetti infrastrutturali.

Di Diletta Parlangeli
Notizie tratte da www.wired.it

 

Inserita il : 12-01-2017 da wineuropa

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