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Cronaca Diga, 'disastro ambientale' Zurli e Cola rinviati a giudizio

A sette anni dalla notte della paura sul Montedoglio

RISCHIANO di portarsi sulle spalle in due il peso di un disastro. Quello della diga di Montedoglio, la notte della grande paura: il crollo dei conci di sostegno laterale, l'acqua che si riversa nel Tevere, la piena che aveva colpito al cuore la Valtiberina anche se per fortuna senza provocare vittime. Diego Zurli e Stefano Cola sono gli unici rinviati a giudizio per quel ‘disastro'. Gli altri soggetti finiti inizialmente nel mirino degli investigatori sono ‘usciti' dall'indagine. C'è chi è scomparso prima di essere chiamato a risponderne, e chi ha dimostrato che non c'entrava nulla. A processo (l'udienza è già stata fissata per il 10 luglio), a quasi sette anni da quella notte di paura sono gli imputati ai quali il procuratore capo Roberto Rossi aveva contestato il disastro ambientale aggravato. E che il Gip Gianni Fruganti ha deciso di rinviare a giudizio. Il personaggio più noto è Diego Zurli, ex direttore dell'ente irriguo Umbro-Toscano, a lungo anche coordinatore «Territorio, infrastrutture e mobilità» della Regione Umbria. Considerato da sempre un super esperto di problemi ambientali.
AL SUO FIANCO l' ingegnere Stefano Cola. Non sono stati loro a progettare quella diga nè loro a costruirla. Però una delle accuse è che abbiano sottovalutato i segnali di allarme che l'invaso, soprattutto le sue pareti, forse avevano dato: una crepa, apertasi nel 2006. Stuccata. Ma dopo quattro anni il cedimento, il 29 dicembre del 2010.
LE ANALISI e i rilievi sono andati avanti a lungo. L'impressione degli inquirenti è che ci fossero anche problemi legati ai materiali: e tutto per cercare di capire come mai il calcestruzzo infiltrato si sia ‘afflosciato' fino a crollare. Vero? Falso? Starà ai giudici provare a dirimere il caso, di sicuro non facile. E nel quale gli avvocati hanno le loro carte da giocare. A cominciare da Piero Melani Graverini, che difende proprio Zurli. In mano ha una sentenza del Tribunale delle Acque presso la Corte d'appello di Firenze che esclude il disastro ambientale e «scagiona» l'ente irriguo.
Salvatore Mannino
Alberto Pierini
notizia tratta da La Nazione www.lanazione.it

Inserita il : 17-05-2017 da wineuropa

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