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Politica Badia Tedalda: il colonnello D’Amico replica alle accuse del sindaco

Forestale: 'Dimissioni di Santucci? Nessun accanimento contro di lui'

ALBERTO SANTUCCI ci avrà ripensato? Quella di dimettersi da sindaco di Badia Tedalda è una decisione convinta, oppure un tentativo provocatorio di chiarire una volta per tutte il non facile rapporto venutosi a creare con i carabinieri forestali, ex Cfs? Per tutta la giornata di ieri, è stato impossibile rintracciare, anche telefonicamente, il primo cittadino del Comune badiale; i suoi collaboratori di giunta, il vice Ivano Sensi e l'assessore Antonio Cominazzi, non si pronunciano - almeno in questo momento - ma, stando a quanto risulta, Santucci non si sarebbe recato ieri dal Prefetto di Arezzo per consegnare l'atto che farebbe in automatico saltare la legislatura dopo tre anni. Che quindi il suo sia stato uno sfogo, dettato magari dall'amarezza del momento e che la notte gli abbia portato consiglio, suggerendogli almeno di aspettare? Tutto è possibile; in fondo, verrebbe meno anche la continuità dell'attività politico-amministrativa e il Comune finirebbe nelle mani del commissario, con il serio rischio di rimanervi diversi mesi qualora non si andasse a votare in autunno. Se ieri Santucci era introvabile, così non si può dire sul conto del colonnello Claudio D'Amico, comandante del Gruppo Carabinieri Forestale della provincia di Arezzo.
NIENTE di più scontato che interpellarlo in proposito, alla luce delle esplicite dichiarazioni rilasciate da Santucci. E il colonnello D'Amico è molto tranquillo: «Nessuna forma di accanimento da parte nostra nei confronti del sindaco di Badia Tedalda. Non rientra nel nostro stile ed è assurdo il solo ipotizzare che questo comportamento ci appartenga. Sia quando eravamo Corpo Forestale, che ora con il passaggio ai Carabinieri, il modus operandi è rimasto sempre lo stesso, quello cioè di garantire il rispetto delle regole. Non voglio andare perciò oltre con le dichiarazioni. Relativamente alle circostanze nelle quali siamo stati chiamati in causa dal sindaco - prosegue il colonnello D'Amico - ricordo che la scorsa estate abbiamo sequestrato il cantiere della strada Marecchiese su precisa disposizione della Procura e che, per quanto riguarda l'isola ecologica installata in paese, l'attività non è da considerare pericolosa o nociva, ma è sprovvista di una precisa autorizzazione e questo Santucci lo sa, perché lo avevamo informato. D'altronde, è umano commettere errori, da parte sia dei privati che di una pubblica istituzione: si tratta soltanto di espletare un passaggio e niente altro». La questione Santucci, come già sottolineato, tiene in apprensione anche l'Unione Montana dei Comuni della Valtiberina Toscana, erede della vecchia Comunità Montana, alla quale aderiscono tutti le municipalità del territorio tranne quella di Pieve Santo Stefano.
Claudio Roselli
notizia tratta da La Nazione www.lanazione.it

Inserita il : 20-06-2017 da wineuropa

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