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Incidenti e danni alle colture: cinghiali sotto accusa

GLI UNGULATI in Valtiberina costituiscono un vero e proprio problema: quella dell'agricoltura e quella degli automobilisti sono le categorie più penalizzate. Un fenomeno in continua ascesa con episodi che si moltiplicano di giorno in giorno e vanno ad aggravare una situazione resa già pesante dalla siccità e dal gran caldo. Ad Anghiari, per esempio, nella zona di Mezzavia - quindi in piena pianura - cinghiali e istrici hanno danneggiato un campo di girasoli, ma anche il tabacco non ha di certo ricevuto un trattamento migliore, vedi i terreni lungo il Tevere a Sansepolcro nei pressi della frazione di Gragnano, oppure in Valcerfone nella zona di Monterchi. GLI AGRICOLTORI sono oramai esasperati per il succedersi di eventi che per loro sono soltanto penalizzanti, sempre ammesso che qualcuno non si ritrovi davanti un cinghiale. Diverse sono le segnalazioni inoltrate all'Atc di Arezzo, i cui tecnici hanno già svolto i vari sopralluoghi per valutare l'entità del danno. Dall'agricoltura agli automobilisti e ai motociclisti, con il danno che si trasferisce dal campo alla strada. Sempre più frequenti sono gli incidenti causati proprio dagli animali: è notizia di qualche settimana fa, il motociclista centrato da un capriolo lungo la 258 «Marecchiese« nei pressi di Ponte Presale del Comune di Sestino. E anche di recente alcuni veicoli hanno rischiato di essere danneggiati dall'improvviso attraversamento dei cinghiali lungo la strada che collega Anghiari con Caprese Michelangelo.Per fortuna, però, con conseguenze più che limitate. A QUESTO PUNTO, però, sono gli agricoltori ad alzare la voce, lamentando danni alla loro economia e alle colture frutto di lavoro fatto di sacrifici. Assieme a cinghiali e istrici, anche i caprioli finiscono sul banco degli imputati per i danni a frutteti e vigne: «E' necessario rivedere anche il periodo di apertura della caccia - hanno detto in coro alcuni agricoltori - perché sono davvero tanti, troppi, i cinghiali che mietono danni quotidianamente». Su questo campo c'è anche la Coldiretti che fa la voce grossa definendola «un'emergenza infinita» e chiedendo l'applicazione di misure straordinarie come avvenuto nella vicina Umbria. Claudio Roselli
notiazia tratta da La Nazione www.lanazione.it

Inserita il : 03-08-2017 da wineuropa

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