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Cronaca Gli avvocati del ragazzo: Era solo una sistemazione di emergenza

Uccise la madre, adesso e' in Psichiatria Il garante dei detenuti: Gli faro' visita

di ERIKA PONTINI - PERUGIA -

 FEDERICO BIGOTTI non è l'unico ‘paziente' ricoverato all'Spdc, il Reparto di psichiatria del Santa Maria della Misericordia con una misura di sicurezza per pericolosità sociale. Ma certamente «Bigotti non può rimanere lì dentro. Sono dieci mesi che sta in una struttura dove non gli viene garantito un trattamento sanitario adeguato perché si tratta di una struttura demandata a gestire le emergenze». A parlare è il professor Stefano Anastasia, il garante per i detenuti umbri che, proprio nei giorni scorsi, si è incontrato con il direttore generale del Santa Maria e con il responsabile della struttura e, nei prossimi giorni andrà all'interno del Reparto per verificare di persona la situazione del giovane di Città di Castello, assolto dall'accusa di aver ucciso a coltellate la madre perché ritenuto totalmente incapace di intendere e di volere e degli altri pazienti sottoposti a misure di sicurezza. ANASTASIA è netto, nonostante ben conosca la problematica della Rems di Volterra «dove non c'è posto perché è stata riempita con gli internati di Montelupo (l'ex ospedale psichiatrico giudiziario, ndr)» ritiene che «Bigotti deve uscire e se non vi sono posti in Rems deve essere collocato in una struttura terapeutica territoriale che abbia una capacità contenitiva essendo una persona che ha le spalle un reato violento, altrimenti si rischia di riprodurre l'ospedale psichiatrico giudiziario dove i pazienti venivano abbandonati a se stessi per tutto il tempo dell'internamento». Anastasia ritiene che siccome la «responsabilità sanitaria è regionale bisogna trovare strutture alternative in cui persone sottoposte a misure di sicurezza possano avere un trattamento sanitario adeguato ed essere controllati». Dopo la visita all'Spdc il garante ha intenzione di intervenire «sia sulla Regione che sugli Uffici giudiziari. Questi ultimi debbono valutare le situazioni sotto il profilo delle misure di sicurezza che spesso vengono applicate de plano, ma non è il caso di Bigotti che ha alle spalle un grave reato». INTANTO sul caso-Bigotti intervengono anche i legali di Bigotti, gli avvocati Francesco Areni e Vincenzo Bochicchio; «Siamo sconcertati dalla situazione che si è venuta a creare nei confronti del nostro assistito. Nonostante il buon senso avuto da tutti gli organismi coinvolti nella vicenda di Federico Bigotti, quella che doveva essere una sistemazione emergenziale e provvisoria si sta indebitamente rivelando una collocazione quasi definitiva. Ad oggi, infatti, nessuna Rems, tra le poche istituite in Italia ha offerto la propria disponibilità per ospitare Federico. La misura di sicurezza disposta dal gup prima e dal magistrato di sorveglianza poi, a distanza di un anno circa resta ineseguita. Bigotti, quindi, nonostante l'alta pericolosità sociale riscontrata dal perito, potrebbe tornare in libertà. Ci auguriamo che si trovi al più presto una soluzione adeguata».
notizia tratta da La Nazione www.lanazione.it

Inserita il : 20-09-2017 da wineuropa

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