IL DITO nella piaga è stato rimesso: la provincia di Arezzo, pur facendo parte della rinomata Toscana, non è ancora conosciuta a sufficienza. O comunque, determinate zone dell'aretino sono fuori dai grandi circuiti turistici, pur avendo tutte le carte in regola per rientrarvi. È il caso della Valtiberina, motivo per il quale l'assessorato al turismo del Comune di Arezzo ha indetto un incontro rivolto a tutte le strutture ricettive del comprensorio. L'appuntamento è fissato per questo pomeriggio alle 15 ad Anghiari, all'interno del Teatro dei Ricomposti. La finalità è quella di raccogliere dati e di illustrare ai presenti la nuova procedura denominata «web check in», attraverso la quale sarà possibile condividere e analizzare nuove azioni da intraprendere per la sensibilizzazione delle strutture ricettive. Questo perché la provincia di Arezzo - come ricordato - è un territorio dalle grandi potenzialità turistiche, ma fatica ad emergere nel panorama toscano e nazionale. Nel 2015 sono stati ufficialmente un milione e 300mila i turisti che hanno soggiornato nelle strutture esistenti in provincia, dati che valgono il terzultimo posto nella «graduatoria» regionale e che pesano per meno del 3% nell'intero mercato turistico toscano. Oltre la metà delle strutture ricettive presenti nel territorio non provvede all'invio delle presenze e per questo i dati di riferimento non rispecchiano la realtà. Il quadro che emerge, per chi osserva da fuori, è quello di una provincia non appetibile a livello turistico, che viene lasciata molto spesso fuori dalle papabili mete di grandi tour operator, player internazionali e catene commerciali che si basano sui valori Istat per definire le proprie strategie. Da qui nasce la nuova funzione denominata appunto «web check in» e per questo si è reso necessario l'incontro di Anghiari. «E' importante - ha sottolineato l'assessore al turismo dell'Unione dei Comuni, Marco Renzi - che tutte le strutture ricettive operanti in Valtiberina partecipino a questa riunione». Claudio Roselli
notizia tratta da La Nazione www.lanazione.it