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Cronaca La tragedia del ‘Cocoricò’ dove perse la vita il giovane tifernate

Fu lui a vendere la droga a Lamberto Ora patteggia due anni e mezzo

- CITTA' DI CASTELLO -
DUE ANNI E MEZZO di reclusione. E' questa la pena a cui è stato condannato il ventiduenne di Città di Castello colpevole di aver venduto la dose di ecstasy che all'alba del 19 luglio del 2015 uccise il giovanissimo Lamberto Lucaccioni dopo una nottata passata a ballare al «Cocoricò» di Riccione. LO HA DECISO il gup del tribunale di Perugia, Piercarlo Frabotta, che ha ‘ratificato' l'ipotesi di patteggiamento proposta dagli avvocati della difesa, Gianni ed Eugenio Zaganelli, e accolta dal pm Gemma Miliani. In particolare, oltre alla condanna per morte in conseguenza di altro reato, l'accusa di spaccio è stata derubricata nella fattispecie della ‘lieve entità'. Con il patteggiamento, secondo quanto previsto dalla legge, è stata esclusa la parte civile, cioè la famiglia del ragazzino stroncato dall'overdose di droga sintetica. LA MADRE di Lamberto aveva scritto un post sul suo profilo Facebook, in cui scriveva: «Un patteggiamento può ‘salvare' colui che ha commesso, ma punisce in modo totale chi ha subìto». Era stato lo stesso imputato a raccontare agli inquirenti di aver acquistato l'ecstasy da un altro giovane tifernate, M.T. (anche lui indagato e difeso dall'avvocato Franco Libori). «Inizialmente - aveva confessato - il quantitativo era per me e basta, poi si è aggiunto Lamberto» e a quel punto egli ordinò un quantitativo superiore di stupefacente, che poi consegnò in parte al giovane Lucaccioni anche poche ore prima del malore mortale in discoteca. Adesso, dopo la chiusura del processo penale con un patteggiamento, è molto probabile che i genitori del minorenne deceduto chiedano un risarcimento in sede civile. «E' UNA SENTENZA che farà clamore per chi non conosce bene il diritto - dichiarano gli avvocati dell'imputato, Gianni ed Eugenio Zaganelli - ma è stata applicata la legge. Si è trattata di una fatalità, una tragedia determinata da una serata passata in una discoteca, durante la quale sono stati assunti stupefacenti insieme. Il nostro assistito non è uno spacciatore e la droga è stata consumata anche da lui, oltre che dalla vittima, alla quale non è stato imposto. Dunque un tragico evento, molto triste e doloroso». Francesca Marruco
notizia tratta da La Nazione www.lanazione.it

Inserita il : 01-12-2017 da wineuropa

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