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Cronaca Le preziose conchiglie del Museo tifernate sulla piattaforma web

Malakos sbarca su Google-cultura Una formidabile vetrina mondiale

CITTA' DI CASTELLO - SI POTRÀ studiare una conchiglia, osservare come si è formata la terra con esemplari di invertebrati del lontano passato e ammirare la fauna e le abitudini di vita di ogni mare. Il tutto stando comodamente a casa, ma riuscendo a guardare queste meraviglie da ogni parte del mondo. Da gennaio, infatti, Malakos il museo delle conchiglie privato più grande d'Europa, sarà a portata di un «click»: sbarca nella piattaforma di Google Cultura. L'annuncio è arrivato nei giorni scorsi da parte del vice-sindaco ed assessore alla cultura, Michele Bettarelli, con l'onorevole tifernate, Anna Ascani, membro della VII commissione, con il Professor Gianluigi Bini, biologo e direttore del museo malacologico ed Enrico Bellini in rappresentanza di Google Arts and Culture (Google Cultural Institute). LA PIATTAFORMA ospita le più grandi istituzioni museali mondiali ed accedendo si può entrare virtualmente e visitare i principali musei del mondo. Malakos inizierà il percorso con varie sezioni dove esporrà le foto degli esemplari più pregiati degli oltre 3 mila pezzi presenti. Oltre alle sezioni si possono realizzare delle ricerche in cui si approfondisce un tema in particolare. Infine con lo Street View si potrà varcare la soglia del museo da ogni parte del globo, dal proprio pc per osservare le meraviglie di Malakos. «Un palcoscenico virtuale prestigioso di assoluto rilievo mondiale - ha detto Bettarelli - e consentirà al museo e alla straordinaria raccolta privata di conchiglie, la più importante a livello europeo, di farsi conoscere ad un pubblico sempre più vasto. Si tratta di uno dei pochi musei didattici presenti su google cultura a livello nazionale». «DOPO l'inaugurazione del Museo Malacologico Malakos abbiamo raggiunto un grande risultato - ha precisato la deputata Anna Ascani - infatti, dopo otto mesi, finalmente è stato firmato il protocollo tra Google e Malakos volto alla digitalizzazione dei contenuti, che saranno dunque online su Google Cultura». Il professor Bini, dopo aver ringraziato Google, ha parlato delle caratteristiche dell'esposizione: «Il museo non è per gli addetti ai lavori, per loro ci sono le collezioni, chiuse, ma visionabili su appuntamento. L'esposizione è per le scuole». Carlo Stocchi
notizia tratta da La Nazione www.lanazione.it

Inserita il : 15-12-2017 da wineuropa

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