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Cose di Lana, nessun acquirente L'asta va deserta: rabbia azienda

di CLAUDIO ROSELLI
E' ANDATA deserta l'asta giudiziaria relativa al gruppo Cose di Lana, tenutasi nel pomeriggio di mercoledì scorso. La vendita in un unico lotto riguardava da un lato il marchio registrato e gli altri collegati - ovvero «Il Granchio», Supermaglia, Neptunia, Piero della Francesca, Royal Wool Company e Royal Company - e dall'altro i macchinari, le attrezzature e gli arredi di due unità produttive, con anche il vincolo obbligatorio dell'acquisto del magazzino. Il ramo d'azienda interessato è attualmente gestito da Supermaglia, controllata al 100% da Cose di Lana, che continuerà il contratto d'affitto. Ed è proprio Supermaglia che ha consentito il proseguimento dell'attività industriale, nonostante le oggettive difficoltà operative dovute alla procedura di fallimento in corso, che l'hanno obbligata a ricorrere esclusivamente all'autofinanziamento. Questo ha significato il mantenimento del posto di lavoro per 92 dipendenti diretti e di circa altri 350-400 fra personale all'estero e indotto. Gli sforzi compiuti hanno permesso di mantenere anche nel 2017 i livelli di fatturato raggiunti nel 2016; a conferma di ciò, la partecipazione alla imminente Fiera Internazionale di Pitti Uomo, massima manifestazione del settore in Italia. SUPERMAGLIA vuole sottolineare la propria volontà di proseguire nell'attività manifatturiera, considerando prioritaria - oltre alle ovvie esigenze di redditività - la responsabilità sociale nei confronti delle necessità del territorio di appartenenza e del fabbisogno reddituale di circa 200 famiglie. A questo proposito, però - si legge nella nota - non può non esprimere il profondo rammarico per il sostanziale silenzio e disinteresse da parte di istituzioni ed entità politiche del territorio (escludendo l'amministrazione comunale biturgense) verso una vicenda che colpisce in modo drammatico uno storico marchio della Valtiberina e un così gran numero di cittadini. Il prezzo base del lotto - lo ricordiamo - era di un milione e 674mila euro, con una precisa condizione: rilancio minimo pari a 10mila euro. Toccherà di nuovo al giudice il compito di fissare la data della prossima asta: a quel punto - e in base ai partecipanti o meno - si potrà iniziare a intuire se dietro l'eventuale acquisto del pacchetto di Cose di Lana vi potrà essere un intento reale oppure meramente speculativo. Rimane l'amarezza per l'epilogo di una fra le più belle storie imprenditoriali della vallata, avviata 70 anni fa esatti dai signori Elio e Angela Conti e proseguita dai figli Renzo e Cesare con le rispettive famiglie.
notizia tratta da La Nazione www.lanazione.it

Inserita il : 22-12-2017 da wineuropa

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