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Altre notizie Sansepolcro, cosi' Carlo Masala: Rischiamo di inquinare i campi

Montedoglio, bagarre piano irriguo Gli agricoltori: un’area abbandonata

di CLAUDIO ROSELLI

LE PIOGGE degli ultimi mesi (e non solo) hanno riassestato la situazione in Valtiberina dopo il gran secco dell'estate 2017. Bene Montedoglio, ma non per chi, in zona, all'invaso non è collegato. Procediamo con ordine. I dati pubblicati sul sito www.sangiustinometeo.altervista.org, curato da Mirco Mori, un giovane che segue da anni le evoluzioni atmosferiche con l'ausilio di speciali apparecchi, registrano 95 millimetri di acqua caduti in novembre, altri 76 accumulati in dicembre, una flessione in gennaio con 45 e poi ben 93 nei primi 15 giorni di febbraio. All'acqua piovana, aggiungere l'abbondante neve caduta a inizio mese sui rilievi dell'Appennino, che ha offerto un contributo determinante anche per fari risalire il livello della diga di Montedoglio dal minimo storico di novembre. Se l'altra settimana eravamo a circa 40 centimetri dalla quota massima autorizzata, pari a quota 383 metri sul livello del mare, con le recenti precipitazioni questa non soltanto è stata raggiunta, ma ha costretto l'Ente Acque Umbre Toscane a uno scarico sul Tevere, con il rilascio di una quantità che ammonta a 10 metri cubi al secondo per non andare oltre il consentito. «L'acqua caduta durante il periodo invernale è sostanzialmente in linea con la media del periodo - ha sottolineato Mirco Mori, prendendo come riferimento i dati immagazzinati negli anni - e ora è atteso l'arrivo del potente anticiclone Buran, le cui probabilità di investire la vallata sono salite e indicano la notte fra domenica e lunedì prossimi». Per ciò che riguarda l'acqua, siamo tornati sui livelli del 2016 e adesso gli agricoltori possono tirare un altro sospiro di sollievo, anche se una parte di essi ha deciso di alzare la voce. «QUESTA PIOGGIA è stata provvidenziale - afferma Carlo Masala, esponente del mondo agricolo che vive a Gricignano - e ci permetterà anche in estate di attingere alle falde, per cui credo che l'attività di coltivazione, a cominciare dal tabacco, non ne risentirà. Piuttosto è inammissibile che l'acqua di Montedoglio arrivi a irrigare la Valdichiana e non sia ancora disponibile nell'ultimo lembo di territorio toscano. Nella parte a sinistra della strada Senese Aretina per chi viaggia verso Arezzo, più quella che costeggia il Tevere e fino al confine con l'Umbria, con Gricignano al centro, non è stato ancora realizzato il piano irriguo e quindi con le metodologie siamo rimasti a cento anni fa. Se Montedoglio è a regime oppure no, per noi non conta: dobbiamo ancora operare con il trattore e con i motori, rischiando quindi anche di inquinare i campi. Anche i costi che sopportiamo rispetto a quelli di colleghi vicini a noi, ma con gli allacci dell'acqua disponibili, sono più elevati e quindi questo ci rende meno competitivi. Vale per il tabacco come per altri prodotti della terra: da tempo ci stiamo battendo per quest'area, rivolgendoci anche alla Regione. E' un ingiusto handicap che deve essere sanato prima possibile, abbiamo atteso troppo».
notizia tratta da La Nazione www.lanazione.it

Inserita il : 22-02-2018 da wineuropa

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