di CLAUDIO ROSELLI
«HO APPRESO la
triste notizia con gran dispiacere, sia per
la persona che era, sia perchè a lui è alla
fine legata la parentesi più bella della mia
gioventù». Il ricordo di Novello Novelli –
l’attore, caratterista e impresario teatrale
scomparso l’altro ieri nella sua
Poggibonsi all’età di quasi 88 anni – nelle
parole di Francesco Brandinelli, l’allora
14enne di Sansepolcro che aveva
lavorato al suo fianco nel film «Noi
uomini duri» del regista Maurizio Ponzi,
ambientato in prevalenza sulle montagne
di Sansepolcro e della Valtiberina. La
trama era imperniata sulla scuola di
sopravvivenza alla quale si erano iscritte
numerose coppie e Francesco era sul set
il figlio proprio di Novello Novelli (Berno Berni senior e Berno Berni junior, per l’esattezza),
al quale si rivolgeva spesso con un «O Babbo!» tipicamente toscano. Straordinario il cast di
quella pellicola, girata nell’autunno del 1986, quando i protagonisti rimasero per diverse
settimane a Sansepolcro: c’erano Enrico Montesano, Renato Pozzetto, Alessandra
Mussolini, Isabel Russinova, Antonella Vitale, Mariangela Giordano e anche Igor Zalewsky
Marini, che anni più tardi sarebbe tornato alla ribalta per le vicende di Telekom Serbia.
Oggi, Francesco Brandinelli ha 45 anni, è sposato con due figli, è capoarea per una
prestigiosa azienda locale. «SI È TRATTATO di un capitolo a parte – afferma Brandinelli –
perché poi nella vita ho imboccato una strada completamente diversa. Di certo, mi sono
divertito, non dimenticando che già ridevamo per copione nella fiction quando vedevamo
gli altri un po’ imbranati. Novello Novelli era un tipo sportivo, pieno di vita, solare: il
classico toscano burlone. A prima vista sembrava burbero, ma in realtà aveva un gran
cuore ed era amico di tutti». Quanti consigli ha dispensato durante le riprese? «Tanti.
D’altronde, lui era già un attore affermato, mentre io avevo preso parte a una selezione
riservata a giovanissimi e mi scritturarono. Avevo appena terminato le scuole medie ed è
stata una bellissima esperienza, tanto più che per due volte sono andato a recitare anche a
Cinecittà, sempre nel contesto dello stesso film». Avevate avuto modo di mantenere i
contatti? «Inizialmente sì. Ci sentivamo anche per scambiarci gli auguri in occasione delle
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TRATTO DA LA NAZIONE
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