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Cronaca AREZZO - La madre sviene per il dolore. Il racconto di un giovanissimo soccorritore: «Cosi' l'ho tirato su dall'acqua»

Bimbo annegato, lo strazio del padre: «Lo credevo al sicuro»

«PENSAVO fosse al sicuro». Si lascia scappare pochissime parole prima di affogare nel suo dolore il padre del piccolo Stefan, 10 anni da compiere fra un mese. «Era vivace, vivacissimo, e faceva il tifo per la Juve». Mihai, Michele in italiano, è qui con la tenuta da lavoro, sconvolto dall'aver appena visto il corpo del suo unico figlio disteso sul bordo della piscina grande del Crocodile. La tragedia si è consumata da poco più di un'ora e mezzo, a bordo vasca da tempo c'è la madre, avvertita subito della situazione. Il suo è uno strazio tenuto dentro, che non dà a vedere. Ma poco crolla, si sente male. Sviene, cade a terra e la trasportano all'ospedale San Donato.
Stefan Tironiac, 10 anni da compiere ad agosto è morto annegato al «Crocodile» l'acquaparco di Marciano della Chiana a due passi dal casello Monte San Savino. Sono le 10.30 circa quando si consuma un incidente tremendo e assurdo. Il bimbo di origine romena arrivato a Monte San Savino dopo la nascita, era in acqua, quando a un certo punto lo hanno visto riverso sul fondo. Gli amici hanno chiesto aiuto un altro bambino si è tuffato, andando a colpire, sembra testa contro testa, Stefan, che ha perso i sensi ed è annegato. Gli accompganatori si sono precipitati insieme al bagnino ma non c'era tempo: secondo il referto medico del 118, l'acqua aveva già invaso i polmoni del piccolo, che, trasportato a bordo vasca, è morto. Stefan Tironiac, come gli altri bambini, stava partecipando a un corso estivo comunale gestito dal circolo Baobab. Immediatamente un ragazzo più grande che era in piscina lo ha sollevato e gli istruttori del corso lo hanno portato fuori, dove una dottoressa che era fuori servizio ha tentato ogni manovra rianimatoria ma senza esito. Quando sono arrivati i soccorritori del 118 non c'era più nulla da fare. Sul posto oltre alla madre di Stefan, casalinga, è arrivato anche il padre, un operaio saldatore da nove anni in Italia. Il piccolo era figlio unico.
SI CHIAMA Leonardo il ragazzo di 14 anni che per primo si è immerso a recuperare il corpo del bambino che non si muoveva più in acqua. E' con il costume e parla in mezzo a un gruppo di coetanei. Ha sentito le grida di aiuto e si è accorto che indicavano accanto a lui: «Ma quando l'ho tirato su - lo dice con la timidezza dell'adolescenza - mi sono accorto che aveva gli occhi sbarrati».
Ma anche Leonardo, come molti altri, non ha visto quello che è successo qualche istante prima: perché Stefan ha perso i sensi ed è finito giù. La piscina era piena tra schiamazzi, schizzi e voglia di divertirsi. Non è ancora chiaro se il ragazzo con cui si è scontrato facesse parte o no della comitiva dei campi solari. Qualcuno giura che c'è stato un doppio tuffo, finito con uno scontro fortuito, forse fa le teste, ma gli inquirenti, su questo, sono ancora cauti. C'è da attendere l'esame dell'autopsia che si dovrebbe svolgere nei prossimi giorni con l'emissione degli avvisi di garanzia per chi doveva vigilare. Era il primo giorno della scuola di nuoto e proprio gli insegnanti, per un disguido, non si erano presentati. Per questo gli accompagnatori di Baobab avevano diviso il gruppo in due tra chi sapeva e non sapeva nuotare. Ma la mattinata di piscina libera si è trasformata in una tragedia intollerabile.
federico.dascoli@lanazione.net

Notizia tratta da La Nazione

 

Inserita il : 02-07-2010 da wineuropa

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