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Cronaca Acqua vicina al nuovo limite fissato dei 383-384 metri sul livello del mare. Nel frattempo, non si placano le polemiche in Valtiberina sulle nomine per il cda di Ente Acque

Il livello della diga di Montedoglio risalito di ben 10 metri a seguito delle ultime abbondanti piogge

Se fino a qualche giorno fa la diga di Montedoglio era stata ribattezzata come la "pozza delle nane", perché di acqua ne era rimasta ben poca a causa della perdurante siccità estiva, dopo le abbondanti piogge cadute negli ultimi giorni qualcosa è cambiato. Lo dice Claudio Marcelli, vicesindaco di Pieve Santo Stefano, Comune nel cui territorio ricade la maggior parte del bacino: circa il 90%. "Si può ben vedere anche a occhio nudo (nella foto) che l'invaso di Montedoglio negli ultimi giorni è cresciuto di molto ? spiega Claudio Marcelli ? ragion per cui ho chiesto informazioni direttamente a Ente Acque e la cosa mi è stata confermata: solamente negli ultimi dieci giorni, il lago è aumentato di ben dieci metri. Aveva una portata di acqua di circa 32 milioni di metri cubi prima dell'avvento degli agenti atmosferici, oggi è ben oltre i 60 milioni di metri cubi: è quindi quasi raddoppiato! Nelle ultime ventiquattro ore (ci riferiamo alla giornata di lunedì, ndr), quelle di maggior afflusso al lago dal bacino imbrifero che sta a nord, sono confluiti mediamente 50 metri cubi di acqua al secondo, con punte massime di 350 metri cubi al secondo. Dopo l'evento del 29 dicembre 2010 ? continua il vicesindaco di Pieve - è stato fissato un nuovo limite massimo per l'invaso che è di 383-384 metri sul livello del mare; bene, attualmente siamo a 380. Ma c'è una cosa da dire: quando è crollato il muro, chiaramente la parte di Valtiberina posta a sud della diga ha avuto paura e ha avuto ragione; in quel momento sono usciti 600-700 metri cubi al secondo di acqua, che però ha trovato un territorio asciutto a monte. Se dovesse accadere che l'Ente Irriguo fosse costretto a rilasciare tutta l'acqua che entra da nord verso sud e trovassero la Valtiberina Toscana impreparata ? precisa Marcelli - succederebbe che con 350 metri cubi al secondo scaricati nel Tevere sottostante vi sarebbe acqua in molti campi e centri abitati. La Valtiberina e le istituzioni debbono ben capire che ci sono due grandi cose da salvaguardare: in primo luogo l'invaso, che in questi casi è rivalutato perché lamina le piene e a sud ha fatto dimenticare ad alcune frazioni umbre di andare sott'acqua; in secondo luogo, bisogna mettere mano al reticolo del Tevere e sistemare tutti gli altri fossi alternativi per far defluire l'acqua. Sono passati due anni e credo sia necessario mettere mano a rifare il muro ? sono sempre parole di Marcelli - ma non nascondiamoci: noi vogliamo dare al lago di Montedoglio una configurazione diversa. Vogliamo farlo vivere all'interno delle varie comunità e dare quello che molti reclamano: uno sviluppo turistico. Pieve Santo Stefano, durante l'ultimo consiglio comunale, ha approvato tre importantissime varianti urbanistiche per incentivare l'uso delle sponde per la ricezione turistica, però, a chi investe cosa gli diciamo? Che non siamo in grado di rifare un muro, che non siamo buoni a mantenere il lago e a tenerlo pulito? Questo non lo possiamo dire! Crediamo in noi stessi e sicuramente il risultato lo possiamo ottenere". Nel frattempo, non si spengono le polemiche in Valtiberina relative alla nomina del rappresentante all'interno di Ente Acque, l'organo che controlla l'invaso di Montedoglio: una volta abbandonato il progetto innovativo con le categorie economiche locali del sindaco Daniela Frullani, la lotta sembra restringersi ai Comuni di Anghiari (ma il primo cittadino Riccardo La Ferla non appoggiava la Frullani nel progetto innovativo?) e Sansepolcro, desiderosi di piazzare il politico di turno, ma i nomi che si sentono in giro non trovano il gradimento di cittadini e imprenditori.
(notizia tratta da www.saturnonotizie.it)

Inserita il : 15-11-2012 da wineuropa

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