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Cronaca Il gip ricostruisce la sera maledetta

Chi diede la dose e' inserito nel traffico E per Lamberto non era la prima volta

di ERIKA PONTINI
- PERUGIA -
NELLA TRAGEDIA senza fine di Lamberto Lucaccioni, il 16enne morto a causa dell'Mdma al Cocoricò, dagli atti giudiziari emergono due verità difficili. La prima è che T.C. 18 anni, il ragazzo che ha ceduto la dose all'amico minorenne (e che sarà sentito domani pomeriggio dal pm ndr) «è un soggetto abbastanza inserito nel traffico di stupefacenti, tanto da conoscere luoghi e personaggi da cui potersi rifornire, ed essere capace di ottenere sconti dai fornitori», scrive il gip Vinicio Cantarini nella misura che gli impone l'obbligo di dimora a Castello e il divieto di uscire la sera. Non solo: nella sua abitazione i carabinieri hanno trovato «bustine termosaldate e cellophane con fori, materiale che evidentemente viene utilizzato per il confezionamento di stupefacente». La seconda è che gli amici di Lamberto che erano con lui a Pinarella, hanno messo a verbale che «non si trattava della prima volta in cui facevano uso di stupefacente, essendo già accaduto, specialmente a Lamberto di assumere mdma, prima di andare a ballare nelle discoteche».
NELLA MISURA viene ricostruita la serata maledetta al «Cocoricò»: dall'acquisto della droga a Castello il venerdì precedente, fino al malore letale di Lamberto sabato 18, e al ritrovamento, nel parcheggio della discoteca di Riccione, della seconda dose che un amico del 16enne aveva gettato in terra dopo che Lamberto aveva iniziato a vomitare.
ANDIAMO PER ORDINE. Venerdì Lamberto si rivolge a T.C. per comprare 4 grammi di mdma. Il diciottenne aggiunge di essersi rifornito al parco Vitelli da tale «Yunes», extracomunitario. In totale 2,4 grammi di droga per 240 euro. E qui scatta l'inganno. Lo straniero avrebbe suggerito a T.C. di dire ai suoi amici che erano 4 grammi. Cosa realmente accaduta tanto che Lamberto e gli amici credono di avere in tasca due dosi da 2 grammi ciascuna. T.C. voleva chiedere 300 euro, poi si sarebbe accontentato di 255 euro, pagate dai ragazzini in diverse tranche. E qui torna il racconto degli amici. Dopo una giornata al mare i tre minorenni raggiungono Riccione, in viale Ceccarini incontrano T.C. per saldare il conto. Poi, sulla strada verso il «Cocoricò», sciolgono una dose in mezza bottiglia d'acqua e la bevono. Lamberto - racconteranno - «ne aveva assunta di più». Prima di entrare in discoteca il sedicenne inizia a vomitare. E' in quel momento che l'amico, spaventato, decide di gettare via l'mdma sotto ad un'auto. La domanda sorge spontanea: a quell'ora Lamberto poteva essere ancora salvato?
DALLA CONFESSIONE di T.C. emerge un altro dettaglio agghiacciante: dentro il locale il 18enne «effettua un'ulteriore cessione di stupefacente nei confronti di Lucaccioni per 0,3 grammi», «fornita da uno sconosciuto che indossava una canottiera nera, muscoloso, italiano, abbronzato di circa 26 anni». Droga che T.C. ha dichiarato aver comprato per sé, per poi invece proporla al minore, che era «già in stato di leggera alterazione». Il resto è la tragedia. La corsa in ospedale e il cuore di un ragazzino con la faccia da bambino che smette di battere alle 5.38. Lo strazio e le polemiche.
IL GIP è durissimo ricordando il patteggiamento di un altro giovane accusato di aver ceduto droga che aveva mandato in coma una ragazza al ‘Cocco'. «Anche in tale occasione - scrive - i protagonisti della vicenda risultano essere ragazzi che svolgevano funzioni di pr o che collaboravano con questi («come appunto T.C.». Aiutava un pr per inserire in lista i nominativi dei ragazzi) per il Cocoricò. Dunque al di là dei proclami e/o rivendicazioni risarcitorie nei confronti di coloro che diffamerebbero la reputazione del locale la proprietà/gestione della discoteca dovrebbe essere invece stimolata ad un regime di controllo/sorveglianza maggiormente puntuale, affidabile e più credibile e non solo all'interno ma pure nella selezione dei giovani cui vengono affidati compiti di pr perché appare oltremodo evidente che, se lo spaccio trova origine proprio in coloro che pubblicizzano il locale e offrono biglietti/inviti, vi è il rischio che la stessa discoteca diventi il ritrovo di giovani dediti all'uso di droghe».
notizie tratte da La Nazione www.lanazione.it

Inserita il : 29-07-2015 da wineuropa

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