MENO DI 24 ore dopo la discussione, il tribunale del Riesame di Perugia lascia Federico Bigotti in carcere ma gli ‘sconta' parecchie aggravanti. Che se oggi non cambiano nulla rispetto all'accusa di aver ucciso a coltellate la madre, Anna Maria Cenciarini, domani potrebbero valergli un processo più semplice. Cade il reato di maltrattamenti in famiglia, cadono le aggravanti di futili motivi e crudeltà. Resta quella di aver commesso l'omicidio nei confronti di un familiare.
FORMALMENTE i giudici - Narducci, Semeraro e Verola - accolgono in parte il ricorso presentato dagli avvocati Vincenzo Bochicchio e Francesco Areni, che avevano impugnato la seconda ordinanza di custodia cautelare emessa il 13 gennaio dal giudice Carla Giangamboni, dopo che il Riesame aveva annullato la prima misura per un errore formale. I difensori, nel merito della vicenda, avevano sostenuto che gli episodi qualificati come maltrattamenti erano in realtà liti nell'ambito madre-figlio. La donna lo incalzava e il figlio allora reagiva, e che non si può desumere la crudeltà solo dal numero delle coltellate, così come avvenne per l'ex caporalmaggiore Salvatore Parolisi.
BIGOTTI è ora sotto osservazione psichiatrica nel carcere di Piacenza (con lui anche Francesco Rosi, reo-confesso di aver ucciso la moglie Raffaella Presta) su disposizione del gip dopo che dalla relazione dell'equipe multidisciplinare del carcere di Capanne erano emersi comportamenti anomali all'interno dell'istituto.
BIGOTTI starebbe spesso rannicchiato in disparte e avrebbe esternato qualche discorso anomalo con il personale. Di lì la decisione del trasferimento, per l'osservazione. Gli esperti di Piacenza dovranno dire, in particolare, se ci sono spazi per una perizia e per mantenere la detenzione nello stesso istituto di pena, oppure in un altro in grado anche, eventualmente di curarlo. Gli stessi legali avevano sollecitato la visita di un proprio consulente psichiatra.
Erika Pontini
notizie tratte da La Nazione www.lanazione.it