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Cronaca Il fermo dovrebbe essere imminente. E le supposizioni si moltiplicano

Delitto Katia, suspense arresto. Attesa febbrile ma siamo in dirittura

di CLAUDIO ROSELLI
QUANDO scatterà l'arresto della persona che ha ucciso Katia Dell'Omarino? La cittadinanza di Sansepolcro se lo chiede con sempre maggiore insistenza. Sono ormai quasi due settimane che va avanti il solito refrain: ogni momento può essere quello buono, perché il cerchio è andato sempre più restringendosi e il dna rilevato su più parti del corpo della donna riconduce a uno stesso profilo genetico, quello più genericamente appartenente a «persona europea». La scadenza dei 60 giorni di tempo induce a pensare che il provvedimento di fermo sia imminente: l'attesa ha preso il posto di qualsiasi dichiarazione ed è l'unica parola che pronunciano inquirenti, legale e conoscenti della 40enne massacrata nella notte fra l'11e il 12 luglio scorsi e abbandonata quasi in cima alla scarpata che conduce al greto del torrente Afra, all'altezza della località conosciuta ancora come «Ponte del Diavolo». Di Katia non è mai smesso di parlare negli ambienti cittadini durante questi due mesi e fino all'ultimo c'è chi vuol costruire una sorta di «puzzle» dell'assassino cercando di comporre gli elementi induttivi assieme alle intuizioni suggerite dalla realtà oggettiva dei fatti. Età, provenienza e ceto sociale sono i tre filoni chiave sui quali ognuno porta avanti mentalmente la propria indagine personale, anche se su alcuni aspetti le convinzioni sono più condivise; per esempio, sulla provenienza dell'omicida. «Solo uno che conosce bene i posti avrebbe potuto portarla in quel punto e lasciarla lì»: questa la frase ricorrente a sostegno della tesi secondo cui il killer di Katia sarebbe un uomo di Sansepolcro e non di un altro centro della vallata.

E POI, QUANTI ANNI potrebbe avere, anche se più volte si è parlato di un uomo attempato sulla cinquantina e più? Altra domanda chiave: appartiene o meno alla cerchia degli insospettabili? Se così fosse, il polverone mediatico sarebbe senza dubbio particolare. Non solo: la soluzione è davvero contenuta in uno dei tanti «memo» sui quali la vittima annotava nome, cognome e numero telefonico delle persone con le quali era in contatto? Negli ultimi tempi, gli inquirenti avrebbero puntato più sulle frequentazioni abituali che sugli appunti della donna. E poi, la testimonianza ancora fresca che potrebbe aver sopperito al mancato funzionamento delle telecamere della videosorveglianza: a vedere qualcosa di interessante potrebbe essere quindi stato l'occhio umano che ha fornito dettagli sull'auto che la notte dell'assassinio avrebbe deviato dalla strada comunale della Montagna per imboccare quella sterrata e abbandonare il cadavere della povera Katia. Insomma, un'intera comunità è in paziente attesa.

 

Inserita il : 16-09-2016 da wineuropa

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