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Cronaca Cosi' don Pietro Vispi ha ricordato l'imprenditore morto nell'incidente

Grande folla ai funerali di Codovini Un uomo onesto, rigoroso e libero

UMBERTIDE -

IL CORTEO silenzioso parte dal Centro Tecnico Tiberina Solution. Ieri pomeriggio gli operai che hanno vegliato tutta la notte la salma di Giuseppe Codovini in quel luogo che lui considerava il cuore di tutta la sua azienda lo hanno accompagnato, tenendo la bara sulle spalle, nella chiesa di San Francesco per l'ultimo addio. Quando don Pietro Vispi inizia la messa, le navate della chiesa sono stracolme e chi non è riuscito ad entrare gremisce la piazza. Dentro un silenzio raccolto, quasi irreale. IN PRIMA fila la moglie dell'industriale, Silvia Pacciarini accanto al fratello Giovanni e ai nipoti, mentre i lavoratori di Tiberina, tutti in maglietta grigio azzurra, i colori dell'azienda, affollano la chiesa assieme a tanti umbertidesi. Non mancano il sindaco Marco Locchi, i rappresentanti di vertice di Fca, delle aziende e dei gruppi sparsi per il mondo con cui Tiberina Holding stringe rapporti commerciali. L'omelia di don Pietro vola alta, nel suo stile, colto e al contempo capace di parlare al cuore, spaziando tra etica e filosofia, economia e vissuto quotidiano. Ne nasce il ritratto di «un uomo con le mani pulite, rigoroso e libero da certe immondizie che sono il blasone di tanti potenti». SI', CODOVINI era un uomo potente, ma sapeva parlare al ricco e al semplice, al manager e all'operaio nello stesso modo, e se c'è una cosa che traspare dai visi dei presenti è l'affetto, la stima, la riconoscenza che tutti nutrono per lui. «Un uomo giusto -- continua il celebrante - che si consegna a Dio portando i frutti del suo lavoro, con il quale ha creato benessere per tantissime famiglie, per Umbertide, per l'Italia stessa». Don Pietro invita alla speranza che nasce solo dalla fede cristiana. «E' UN GIORNO di dolore - dice -, ma noi sappiamo che Giuseppe non è morto e dall'aldilà continua a seguire la sua opera, i suoi lavoratori, la sua famiglia». E forse pensano proprio a questo quegli operai che al momento del Padre Nostro si prendono per mano. E' una scena di rara bellezza che culmina nelle parole finali - un ritratto pieno di emozione trattenuta a stento - di un suo collaboratore che alla fine lo saluta sulle parole di quel Vasco Rossi che Codovini ascoltava in auto con i suoi operai: «la vita è un attimo che vola via, un equilibrio sopra la follia». Visti i frutti, benedetta sia questa follia. Pa.Ip.
notizia tratta da La Nazione www.lanazione.it

 

Inserita il : 20-09-2017 da wineuropa

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