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Cronaca Città di Castello - Altra udienza choc

Padre e figlio morirono in cantiere

— CITTA’ DI CASTELLO —
UN TRAGICO incidente sul lavoro, padre e figlio che perdono la vita: la morte del cinquantanovenne Olivano Celeschi e del figlio trentenne Federico è uno di quegli episodi destinati a rimanere impressi nella memoria collettiva. Era il pomeriggio del 29 maggio 2003 ed i due, titolari di una ditta edile impegnata nella realizzazione delle fondamenta di un’abitazione a San Giustino, vennero travolti dal crollo di una parete di terra alta 5 metri. Da quella vicenda ha preso le mosse un processo per omicidio colposo contro il direttore dei lavori C.B. ed il coordinatore per l’esecuzione dei lavori G.G. (difesi, rispettivamente, dagli avvocati Francesco Falcinelli e Silvia Pacciarini) con la causa che, approdata nel febbraio scorso al cospetto del giudice Daniele Cenci, è ora ripartita ex novo davanti al giudice Lidia Brutti (pm Flavio Grassini). Nel procedimento penale figurano quali parti civili la vedova S.M. ed il figlio A.C. di Federico Celeschi (avvocato Franca Testerini), la moglie e due figli di Olivano Celeschi (tutelati dall’avvocato Tommaso Curzio) ed i proprietari dell’immobile in costruzione (A.R. e M.C., affidatisi rispettivamente agli avvocati Gianluca Pernazza e Silvia Braca). Nell’udienza di ieri sono stati ascoltati alcuni testimoni, tra i quali i tecnici del servizio di medicina del lavoro dell’Asl n. 1 che intervennero sul luogo della disgrazia.
Il legale rappresentante di un’azienda situata alla periferia nord del capoluogo tifernate (R.L., difeso dall’avvocato Silvia Paoloni in sostituzione dell’avvocato Massimo Zaganelli) era accusato di aver violato leggi in materia ambientale in quanto l’8 settembre 2003 i tecnici dell’Arpa appurarono scarichi di sostanze pericolose dalla ditta nel torrente Vaschi: il decorso del tempo ha però portato il giudice a pronunciare una declaratoria di improcedibilità per prescrizione del reato. Tre mesi di reclusione, convertiti in un’ammenda di 3040 euro sono stati invece patteggiati da C.S. per «possesso di chiavi alterate o grimaldelli» (il fatto avvenne a Trestina nel luglio 2007).
Paolo Cocchieri

Inserita il : 16-07-2009 da wineuropa

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