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Politica L'exploit politico di una donna della politica locale

Intervista esclusiva all'assessore alla Provincia, la biturgense Carla Borghesi

Dopo diversi anni, Sansepolcro riesce a piazzare un proprio esponente politico nella "stanza dei bottoni" della Provincia di Arezzo. Cosa significa per Lei?
"Senz'altro tanta soddisfazione, unita alla consapevolezza del fatto che mi trovo a ricoprire un incarico di grande responsabilità e impegno".

Per quali motivi ritiene che Roberto Vasai, neo-presidente della Provincia di Arezzo, abbia fatto cadere la scelta su di Lei?
"Credo che si sia voluto premiare il significativo percorso di rinnovamento che il Partito Democratico biturgense ha intrapreso fin dal suo esordio, con la scelta adeguata delle persone e del metodo; percorso che ha condotto all'ottenimento di risultati importanti nelle varie tornate elettorali".

A chi la accusa di avere poca esperienza alle spalle per ricoprire un simile ruolo che cosa risponde?
"L'esperienza non è sempre sinonimo di buon governo e comunque la migliore è quella che si fa sul campo. Naturalmente, per ottenere i risultati sperati ci vogliono dedizione totale, impegno assiduo e una buona dose di umiltà".

E' titolare delle deleghe a lavoro, formazione professionale e pari opportunità. In tutta sincerità: avesse potuto scegliere Lei, quali Assessorati Le sarebbero piaciuti?
Verrebbe naturale affermare che l'istruzione mi sarebbe stata più congeniale, dato che la mia professione è quella dell'insegnante, eppure non mi sento di esprimere preferenze, dal momento che sono fermamente convinta che un buon amministratore debba essere in grado di sapersi calare in ogni realtà, anche se questo significa rimettersi in gioco, con notevole impegno di tempo ed energie. Mi trovo comunque a mio agio nell'espletare l'incarico che mi è stato assegnato e il cammino si preannuncia stimolante, anche se non mancheranno momenti impegnativi legati anche alla difficile congiuntura economica che stiamo vivendo".

Perché il Partito Democratico è sempre travolto dalle polemiche, che comunque investono a livello più generale l'intero centrosinistra biturgense?
"Quando si costruisce qualcosa di nuovo le difficoltà non mancano di sicuro, soprattutto se si tratta di un nuovo soggetto politico nel quale le resistenze dovute a storie, sensibilità e culture differenti sono spesso difficili da contrastare. Ma la sfida del Pd sta proprio nell'abbattere le barriere interne attraverso un confronto tendente alla ricerca della necessaria sintesi, seppure nel rispetto delle diversità intese come elemento di arricchimento".

Alcuni sostengono che a Sansepolcro il Partito Democratico abbia una segreteria politica di mera facciata, nel senso che poi a muovere i fili dietro le quinte ci sarebbero i soliti "vecchi". E' così oppure si tratta di una bufala?
"La segreteria del Pd di Sansepolcro è forse l'espressione più alta del rinnovamento a livello provinciale e mi sento di affermare che i suoi componenti, seppure giovani e "nuovi", stanno dimostrando grinta e determinazione nel portare avanti il non semplice cammino intrapreso. Del resto, anche gli elettori del Pd cittadino hanno dato credito a ciò che sto affermando; credito tradotto nella brillante elezione nel consiglio provinciale di un membro della segreteria, Michele Del Bolgia".

Perché il Partito Democratico è chiuso a riccio su se' stesso e non cerca il dialogo con le altre componenti politiche?
"Chi dice che il partito è chiuso? A me non risulta; anzi, posso sicuramente riferire di ottimi rapporti di collaborazione con le forze di minoranza in consiglio comunale, così come buoni sono i rapporti con le altre componenti del centrosinistra. L'obiettivo verso il quale siamo tutti protesi è comunque quello di restituire a Sansepolcro un'amministrazione carica di contenuti e progetti, capace di gestire gli interessi generali sgomberando il campo dai proclami e dalla demagogia fin qui dimostrati dalla destra di governo".


Lei proviene dalla Margherita ma, a parte questo, vede il futuro del Partito Democratico orientato verso il centro oppure è il caso di ripristinare il dialogo con la sinistra estrema?
"Non si tratta di stabilire etichette, ma di confrontarsi su idee e programmi che parlino di equità sociale, sicurezza, libertà, fiducia merito ..., proprio nell'ottica di quella visione riformista largamente auspicata da tutto il centrosinistra. Se riusciremo nell'impresa di trovare una sintesi condivisa, allora potremo ritenerci veramente soddisfatti del nostro operato. Non sarà facile, ma la posta in gioco è alta, riguarda il futuro dei nostri figli e delle future generazioni che altrimenti rischiano di galleggiare in eterno nel mare di illusioni in cui il berlusconismo vorrebbe relegarli".

A contribuire a creare l'insoddisfazione diffusa a Sansepolcro nei confronti della politica vi sarebbe per qualcuno anche la scarsa consistenza dell'opposizione. In che modo replica?
"A questa domanda ho già in parte risposto nel sostenere la coesione della minoranza in consiglio comunale. Tuttavia, è utile precisare che rimane difficile confrontarsi con una maggioranza che ha grosse difficoltà nel trovare il numero legale per poter convocare i consigli, con la conseguenza di dover spesso aspettare mesi per poter presentare mozioni o interrogazioni. Va inoltre precisato che il Pd è sempre stato presente nel segnalare le criticità della giunta di governo cittadino, formulando proposte e offrendo suggerimenti nell'ottica di un percorso costruttivo che andasse sempre a tutelare il perseguimento del bene comune".

Quanto crede che sia importante al momento, per la sua carriera politica, il fatto di rispondere in pieno a due esigenze più volte sbandierate dalla rarità ancora predominante, cioè il fatto di essere donna e di costituire il "nuovo"?
"Non si può negare che entrambi gli elementi rappresentino una propizia congiuntura in favore della mia carriera politica, ma voglio sperare che non siano i soli. La politica italiana ha bisogno di più donne, ha bisogno del loro senso pratico e della loro capacità di conciliare i tempi di vita e di lavoro in modo equilibrato e ottimale".

Le recenti elezioni amministrative hanno decretato la vittoria della persona sulla bandiera di partito o sulla logica di schieramento. E' un segnale confortante, per non dire decisivo, del nuovo modo di fare politica?
"Si cominciano sicuramente a intravedere segnali di una politica che tenta di superare l'assetto corporativo per prediligere la persona intesa come espressione di idee e progetti che vanno al di là delle appartenenze".

Carla Borghesi continuerà d'ora in poi a impegnarsi anche in favore della sua città? Pare che, se non fosse divenuta assessore provinciale, Le sarebbe stato proposto il ruolo di capogruppo consiliare del Partito Democratico.
"Rappresentare in consiglio comunale i cittadini che mi hanno votato significa per me un impegno dal quale non posso prescindere e ricoprire anche il ruolo di assessore provinciale costituirà sicuramente un elemento di arricchimento nella prospettiva di farmi portavoce delle necessità emergenti della città e di tutta la Valtiberina".

L'incarico di assessore provinciale comporterà la richiesta di aspettativa dal ruolo di insegnante e dal suo mondo, quello della scuola. Una scelta di vita e comunque un modo stimolante per rimettersi personalmente in gioco?
"Lasciare, seppure temporaneamente, il mondo della scuola mi ha indotto a una sofferta rinuncia, ma quando si intraprende un cammino, come quello che ho avviato io qualche anno fa con l'ingrasso in politica, bisogna avere la piena consapevolezza che non ci si può sottrarre alle responsabilità che, a volte anche inaspettatamente, ci troviamo a dover fronteggiare".

 


(notizia tratta da www.saturnonotizie.it)

Inserita il : 25-09-2009 da wineuropa

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