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Altre News Motivi? La realizzazione della mostra e tanti rimanevano fuori

Museo, addio Resurrezione di notte La citta' si divide sul portone chiuso

di CLAUDIO ROSELLI
IL TEMA è sempre più caldo in città e la «vox populi» parla chiaramente: la chiusura del portone del museo civico con la vetrata che permetteva la visione dall'esterno della Resurrezione di Piero della Francesca non è andata giù alla maggioranza dei biturgensi. C'è di tanto in tanto anche qualche sporadica persona che si dichiara favorevole, ma anche nei bar o in altri locali pubblici c'è chi non la manda a dire: questa idea proprio non è piaciuta. Ricordiamo che l'operazione della vetrata era stata portata a termine 25 anni fa - era il periodo del 500enario della morte di Piero della Francesca - dall'allora sindaco Luigino Sarti, che su determinate questioni si era dimostrato lungimirante; per un quarto di secolo, i biturgensi hanno visto nella Resurrezione aperta alla pubblica fruizione una sorta di elemento di identità, oltre che di esaltazione di via Matteotti e piazza Garibaldi, in un punto fra i più belli della città che, soprattutto nelle ore notturne, poteva contare anche sulla luce soffusa proveniente dalla sala del museo civico. L'assessore biturgense alla cultura, Gabriele Marconcini, spiega questa chiusura anche con un dettaglio logistico: «L'allestimento della mostra (si riferisce a quella che comprende anche il quadro di Caravaggio n.d.a.) e il ponteggio del restauro della Resurrezione - ha dichiarato - occludono totalmente la visuale sulle opere dell'interno. Di conseguenza, dispiace constatare come alcune forze politiche locali costruiscano un problema che di fatto non esiste solo per ritagliarsi un po' di visibilità. Un portone aperto, oltre a non far vedere nulla, avrebbe alterato gli effetti di luce della mostra. Dobbiamo poi verificare l'incidenza del portone sul numero delle visite: è accaduto spesso che gruppi di turisti si limitino a guardare la Resurrezione dalla vetrata, evitando di entrare nel museo».
MA LE OPPOSIZIONI, già contrarie, rincarano la dose: «L'amministrazione Cornioli tratta il patrimonio culturale come se fosse di sua proprietà - dichiara Catia Giorni del Movimento 5 Stelle - e i suoi componenti non fanno altro che ripetere che il vento è cambiato: in peggio, aggiungiamo noi. E la chiusura del portone del museo, sbandierata come esperimento, lo dimostra in pieno. Una conseguenza della convenzione con Civita e meno male che le scelte avrebbero dovuto rimanere del Comune». Battagliero anche il capogruppo di Pd-InComune, Andrea Laurenzi: «L'allestimento è tutta una scusa, anche perché altrimenti non si ipotizzerebbero valutazioni alle quali subordinarne l'eventuale riapertura. Quella porta deve perciò rimanere aperta e basta, non si può stritolare ogni volta la cultura a mere valutazioni economiche. Vogliamo essere orgogliosi di regalare al mondo il simbolo della nostra città».
notizie tratte da La Nazione www.lanazione.it

Inserita il : 25-02-2017 da wineuropa

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