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Lo sfogo di mamma Donatella Il patteggiamento punisce noi

- CITTA' DI CASTELLO -
«TUTTO ciò mi fa capire quanto poco valore sia stato dato a ciò che è successo quella maledetta notte. Un patteggiamento può ‘salvare' colui che ha commesso (il reato, ndr), ma punisce in modo totale chi ha subito. Tutto ciò mi lascia un grande vuoto, tanta tristezza». E' un urlo quello di Donatella, la mamma di Lamberto Lucaccioni morto ad appena 16 anni dopo una serata a base di droghe sintetiche al Cocoricò di Riccione. Un grido di mamma, diffuso attraverso Facebook, in vista dell'udienza del 30 novembre quando si svolgerà l'udienza prelimiare per il patteggiamento a poco più di due anni di reclusione per il ragazzo tifernate, all'epoca 19enne, amico di Lamberto, accusato di avergli venduto le dosi mortali. IL PATTEGGIAMENTO è stato concordato tra il pm e il difensore del ragazzo e adesso manca solo l'eventuale ‘ratifica' del giudice ma, di fatto, esclude la possibilità per i genitori di Lamberto di costituirsi parte civile. Mamma Donatella ha scritto parole dure. «Nonostante tutto aspetterò con fiducia il 30 novembre. Continuerò a raccontare di Lamby: sarà il mio, il nostro messaggio di riflessione rivolto ai giovani». Più direttamente riguardo al ragazzo a processo la mamma dice: «Niente e nessuno potrà cambiare ciò che è successo. Lamberto non c'è più, non tornerà ma per me e mio marito l'unica persona che ha provocato la morte nel nostro amatissimo Lamby rimarrà per sempre T.C., certo involontariamente. Era consapevole di ciò che vendeva, consapevole delle tante versioni cambiate per difendersi (da chi? da cosa?), consapevole dell'amicizia, del fatto che Lamby lo considerava come un fratello maggiore. Chissà se invece di vendergli quella dose lo avesse aiutato, forse Lamberto oggi sarebbe qui, forse avrebbe avuto una seconda possibilità. Perdonate questo mio sfogo, ma è il mio cuore che parla», scrive infine Donatella sul suo profilo. SPETTERA' al giudice per l'udienza preliminare stabilire se è congrua la pena concordata in indagini preliminari tra la procura - pubblico ministero Gemma Miliani - e la difesa del ventiduenne T.C. di Città di Castello, assistito dall'avvocato Eugenio Zaganelli accusato di aver venduto la dosa mortale di Mdma al minorenne (quindi un'aggravante). I genitori di Lamberto, assistiti dall'avvocato Roberto Bianchi, dovranno eventualmente avviare una causa civile. E' ancora pendente, dopo l'avviso di conclusione delle indagini, il procedimento a carico dell'altro giovane tifernate accusato di aver, a sua volta, ceduto la sostanza stupefacente al diciannovenne che poi la ‘passò' a Lamberto.
notizia tratta da La Nazione www.lanazione.it

Inserita il : 20-10-2017 da wineuropa

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